Il presidente della Federcalcio chiede al Governo di anticipare la decisione sugli stadi. Sulla pausa per la nazionale tende una mano alla Lega. Intanto nomina commissario
Gravina a testa bassa. “Chiediamo subito il 100% di capienza degli stadi senza passare per il 75 a fine febbraio, anche perché tra 75 e 100 cambia poco, abbiamo rivolto questo appello al ministro della salute Roberto Speranza e al Cts. Abbiamo allegato nella nostra richiesta anche alcune informazioni che riguardano il fatto che diverse persone si sono vaccinate proprio per andare allo stadio“. Sono le parole del numero uno della Federcalcio Gabriele Gravina alla fine del consiglio federale.
Il numero uno della Figc, che ha ribadito lo spirito di collaborazione con la Lega Calcio, e ci ha tenuto a precisarlo anche per stemperare un po’ i toni accesi delle ultime settimane, parla anche di un altro fronte del confronto con il Governo: i famosi ristori, ma su questo è abbastanza chiaro e definitivo, anche se ci tiene ad aggiungere: “Non li chiederò più perché è mortificante sentirmi dire sempre no. Noi vogliamo che il calcio sia trattato come tutti gli altri settori, per esempio sulla tutela del diritto d’autore in linea con tutti gli altri Paesi. Ogni anno vengono raccolti per le scommesse sportive dai 13 ai 15 miliardi“. Una cifra che si riconduce ad eventi calcistici per il 70 per cento e su cui si invoca quindi una percentuale.
La mano tesa alla Lega resta. Tanto che Gravina ha concesso altri giorni di proroga ai presidenti per adeguarsi ai principi informatori anche se lui li definisce “riformatori“. Nei giorni scorsi si era fatta avanti un’ipotesi che il presidente federale, qualora la nazionale di Mancini non dovesse qualificarsi ai mondiali per la seconda volta consecutiva, si potesse dimettere, ma lui non ci pensa proprio: “Dimissioni senza mondiale? Il calcio è sempre stato un mondo di illusioni e non escludo che qualcuno ne stia coltivando una. Chi dovrebbe sfiduciare il presidente federale visto il consenso che ha all’interno del consiglio e anche, permettetemi, all’esterno? Se c’è qualcuno che pensa questo è un anti-tifoso, un anti-italiano e sta coltivando una falsa illusione. Io non coltivo la cultura delle dimissioni, difendo il progetto che ho portato avanti”
Infine sulla richiesta avanzata da lui stesso di posticipare la giornata di campionato del 20 marzo per la nazionale, risponde senza polemica: “Dell’ipotesi di rinviare la giornata di Serie A del 20 marzo non ne abbiamo parlato in Consiglio Federale ma è una questione all’ordine del giorno. Lasciamo che le squadre italiane si qualifichino nelle Coppe, siamo tifosi di calcio“. Le parole di Gravina