Ponte Genova, la decisione ufficiale dei pm per Castellucci e altri imputati

Crollo ponte di Genova, negli ultimi minuti è arrivata la decisione ufficiale da parte dei pm per quanto riguarda la situazione di Giovani Castellucci ed altri 58 imputati per la caduta del ponte Morandi

Crollo ponte Genova, la decisione ufficiale dei pm
Palazzo Giustizia di Genova (Ansa Foto)

Sono passi quasi quattro anni da quella terribile tragedia che ha colpito la città di Genova e l’Italia intera. Il crollo del ponte Morandi. Quel 14 agosto morirono 43 persone. Una giornata che nessuno potrà mai dimenticare. Pochi minuti fa è arrivata la decisione da parte dei due pubblici ministeri: Massimo Terrile e Walter Cotugno. Questi ultimi, dopo aver effettuati 11 sedute dell’udienza preliminare, hanno chiesto il rinvio a giudizio per l’ex amministratore delegato di Aspi Atlantia, Giovanni Castellucci. Non solo lui: anche altre 58 persone. Ovviamente per quanto riguarda il crollo del ponte.

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I due pm hanno inoltre chiesto il dissequestro dei reperti. Solo per far consentire al Comune di continuare i lavori per il ‘Parco della Memoria‘ ed onorare le vittime di quella tragedia. Il tutto progettato dall’architetto Stefano Boeri. Secondo quanto riporta l’accusa il ponte crollò per via del fatto che non vennero effettuate manutenzioni che, a lungo andare, sono sempre state rinviate e mai svolte.

Crollo ponte Genova, chiesto rinvio a giudizio per Castellucci e resto imputati

Crollo ponte Genova, pm chiedono rinvio a giudizio
Crollo ponte Genova (screenshot video YouTube)

A quanto pare tutti sapevano che il viadotto aveva necessità di essere curato, ma nessuno ha fatto nulla. Non solo: nessuno fece niente nemmeno per ridurre i costi, in modo tale da garantire ai soci maggiori dividenti. Le accuse sono molto gravi: si parla di omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, attentato alla sicurezza dei trasporti, omissione d’atti d’ufficio, crollo doloso, disastro colposo, rimozione dolosa di dispositivi di sicurezza e falso.

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Il resto degli imputati sono coloro che lavoravano nelle due ditte che si occupavano di manutenzioni, ovvero Aspi e Spea. Poi ci dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato. Le loro colpe sono quelle di non aver controllato sia la società che lo stato delle opere. Nella giornata di domani, giovedì 17 febbraio, discuteranno gli avvocati delle parti civili e quelli dei responsabili civili.

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