Brindisi, l’ultimo messaggio dell’infermiera morta in un incidente è da brividi

Brindisi, pochi giorni fa la notizia della morte dell’infermiera Sara Viva Sorge che aveva appena terminato il suo turno di notte. La rabbia dei sindacalisti che denunciano il troppo lavoro

Brindisi, ultimo messaggio infermiera è da brividi
Brindisi, morta infermiera dopo turno di lavoro (Ansa Foto)

Ci troviamo in Puglia, precisamente a Brindisi, dove arriva una notizia tragica. Si tratta di Sara Viva Sorge, una 27enne che aveva appena terminato il suo orario di lavoro. Era una infermiera. Era stata appena assunta dalla clinica ‘Fondazione San Raffaele‘, una ventina di giorni fa. Purtroppo un bruttissimo incidente stradale ha posto fine alla sua vita. Il tutto è accaduto il 15 febbraio poco dopo le 6 del mattino. La sua auto, una Renault bianca, è andata a schiantarsi contro un palo della luce. Inutili i soccorsi visto che la ragazza è deceduto poco dopo il loro arrivo.

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Poco prima del terribile impatto aveva mandato un Whatsapp al suo fidanzato. L’ultimo prima di morire. Quello che ha scritto mette davvero i brividi: “Ho finito ora, sono stanca morta”. Una sentenza che ha spezzato in due i suoi familiari ed anche il suo ragazzo.

Brindisi, la rabbia dei sindacalisti dopo la morte dell’infermiera

Brindisi, morta infermiera 27enne dopo turno lavoro
Fondazione San Raffaele (screenshot video YouTube)

A quanto pare gli orari della ragazza erano massacranti. Il giorno prima della sua morte aveva mandato un vocale ad una sua amica, lamentandosi del fatto che aveva da poco terminato il turno e nella stessa giornata avrebbe dovuto fare anche la notte. A riportare ciò è il quotidiano ‘La Stampa‘. Una notizia che ha suscitato dispiacere e rabbia da parte dei sindacati che pretendono di avere risposte contro i “turni massacranti“.

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Chiara Cleopazzo (Fp Cgil Brindisi) e Luciano Quarta (Sportello Salute Sicurezza Cgil Brindisi) hanno confermato che la 27enne aveva effettato due notti consecutive dopo una settimana molto impegnativa. Questa la denuncia da parte loro: “Non si tratta di un infortunio in un cantiere o in una fabbrica, ma di un itinere“.

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