Davigo rinviato a giudizio nell’anniversario di Tangentopoli

Alla ripresa dell’udienza per il processo sulla divulgazione dei verbali di Piero Amara, l’ex pm andrà a processo. Prima udienza il 20 aprile

A 30 anni esatti dall’inizio dell’inchiesta di Mani pulite, Piercamillo Davigo è stato rinviato a giudizio per rivelazione del segreto d’ufficio in merito alla divulgazione dei verbali di Piero Amara, ex avvocato esterno di Eni, sulla presunta loggia Ungheria. Giovedì 17 febbraio, infatti, è ripresa a Brescia, davanti al gup Federica Brugnara, l’udienza preliminare nei confronti dell’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo. Al mattino i due pm hanno chiesto per Davigo il rinvio a giudizio ma il gup si era riservato di decidere. La decisione è arrivata dopo tre udienze preliminari, un’ora di camera di consiglio ed esattamente 30 anni dopo l’arresto di Mario Chiesa che aprì la stagione di Mani Pulite e del pool di magistrati di cui Davigo era tra i volti più noti. La prima udienza del processo è fissata per il prossimo 20 aprile davanti alla prima sezione penale.

L'imputato
L’ex Pm ed consigliere del Csm Piercamillo Davigo (foto Ansa)

A metà mattina si è anche celebrata l’udienza del processo in abbreviato per il pm milanese Paolo Storari,  accusato dello stesso reato: fu lui a consegnare nell’aprile del 2020 a Davigo quei verbali di Amara. Un gesto che Storari ha sempre definito di “autotutela” nei confronti di una presunta inerzia nelle indagini da parte dei vertici della procura milanese: i pm hanno chiesto per lui una condanna a sei mesi, il minimo della pena prevista. Per Storari la decisione è rinviata al 7 marzo.

Davigo aveva chiesto udienza pubblica ma il Gup non l’ha concessa

Processo Tangentopoli
Uno dei momenti del processo di Tangentopoli (screenshot video YouTube)

L’avvocato Paolo Della Sala, difensore di Storari, ha spiegato che il pm ha agito dopo aver ricevuto da “importanti esponenti del Consiglio Superiore della Magistratura” la conferma della correttezza del suo gesto, per altro “compatibile” con il compendio normativo, ossia con le circolari dello stesso Csm. Gesto che “poi ha trovato il suo avallo nei comportamenti di altre persone” che siedono a Palazzo dei Marescialli e delle quali “nessuna ha sollevato obiezioni formali” al modo in cui è stata chiesta tutela.

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Da non dimenticare che ad inizio febbraio, lo stesso Davigo insistette a chiedere al gup Federica Brugnara la possibilità di avere un’udienza pubblica. Una mossa, quella di Davigo e del suo avvocato, quasi inedita, che punta a garantire il giusto processo, come sancito dalla Convenzione Europea dei diritti dell’uomo. Sia Davigo che Storari erano e sono pronti a farsi interrogare in aula, come rivelato dallo stesso ex pm durante la trasmissione Di Martedì su La 7.

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