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Politica

Paragone: “Basta Green Pass. Umilia i lavoratori”

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Raffaele Sposito

Il senatore Gianluigi Paragone ha espresso la sua opinione sul Green Pass, mostrando il suo astio verso questa misura governativa.

Gianluigi Paragone © Facebook

Il senatore del gruppo misto Gianluigi Paragone ha espresso la sua opinione sul Green Pass tramite un lungo sfogo pubblicato su Il Tempo. Il senatore ha iniziato lo sfogo chiedendosi se avesse senso continuare con dichiarazioni quali quelle effettuate dal consulente di Speranza, Ricciardi, che aveva asserito che bisogna convivere con la certificazione verde. “Che senso ha incistarsi in obblighi vaccinali senza che i dati confortino tale scelte politica? Che senso ha farci esistere solo e se mostriamo un qr code?“, continua così lo sfogo del senatore.

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Paragone ha inoltre definito gli scienziati “una parodia di quello che dovrebbero essere”, asserendo che il governo non ha un briciolo di credibilità e i cittadini “vivono in uno stato di ipnosi”, alimentato dai media. Il senatore sostiene inoltre che l’emergenza sta nel fatto che i diritti fondamentali dei cittadini sono annientati. “Il governo dica quando deve finire questo ci-ne-ma!”, queste le parole di Paragone.

Le richieste del senatore sono le seguenti: il cessare immediato dello stato di emergenza, prima del 31 marzo, nonché la rimozione dell’obbligo del Green Pass rafforzato sul posto di lavoro. Paragone definisce tale misura “una ferita profonda”. Tale ferita, “oltre a minare le fondamenta dello stato di diritto umilia i lavoratori, toglie loro la dignità”. Il Green Pass, secondo Paragone, è “una procedura becera e pericolosa; tanto che non basterebbe nemmeno la sospensione ma la cancellazione della sua matrice digitale”.

Gianluigi Paragone © Facebook

Il senatore sostiene che la variante Omicron non è pericolosa come le altre varianti, oltre ad essere “meno pericolosa delle violazioni e delle privazioni dei diritti materializzatisi a norma di legge, a cominciare dai bambini cui hanno tolto il sorriso“. Paragone, inoltre, sostiene che di inorridire “nel pensare che ogni azione del nostro vivere quotidiano sia scandito dalla lettura di un quadratino”. Inoltre, trova “scandaloso che ognuno di noi sia oramai quel codice e non più un cittadino italiano garantito da una Costituzione”.

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Gianluigi Paragone ha inoltre dichiarato che, a suo dire, “la scadenza del 15 giugno per l’obbligo vaccinale che riguarda gli over 50” rappresenta “un’altra delle umiliazioni che il fanatismo di gente incompetente ha inferto senza che vi fosse alcuna prova o evidenza scientifica”. Il senatore esorta la popolazione a “tornare a essere pienamente cittadini”, con la consapevolezza delle scelte assunte liberamente. Paragone asserisce che “questo Paese è sull’orlo di una crisi di nervi, provocata dalla somma di decisioni (spesso estreme e fallimentari), e non è più in grado di reggere ulteriori stress”. La parte finale dello sfogo del senatore è a difesa dei lavoratori. A detta di Paragone, sono infatti stati obbligati a vaccinarsi in quanto “non avevano la serenità per vivere quella resistenza che altri invece hanno combattuto”.

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