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Economia

“In Italia due regioni su tre a crescita zero”, l’allarme arriva da Bruxelles

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Francesco Spagnolo

Uno studio condotto a Bruxelles ha confermato le difficoltà delle regioni italiane ad avere una crescita economica. Per mettere fine a questa emergenza serve obbligatoriamente un cambio di passo della politica (e non solo).

Due regioni su tre in Italia sono a crescita zero“. A dirlo è uno studio condotto a Bruxelles e riportato Libero. Il quotidiano italiano non entra nei particolari delle zone che faticano a ripartire, ma conferma come 16 regioni su 21 (tra cui anche la Valle d’Aosta ndr) negli ultimi venti anni non hanno avuto una vera e propria crescita economica.

Uno studio ha confermato una crescita zero per due regioni italiane su tre © Ansa

Un dato non nuovo per il nostro Paese se si pensa ai diversi report che, negli scorsi mesi, hanno confermato un gap importante tra Nord e Sud. Una distanza che difficilmente riuscirà ad essere colmata in breve tempo se non ci sarà un cambio di passo sia da parte del governo nazionale che delle amministratori locali.

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E’ da tempo che nel nostro Paese si parla di investimenti per consentire a tutta l’Italia di viaggiare alla stessa velocità, ma fino a questo momento, come confermano diversi studi, le frasi non si sono trasformati in fatti.

Ridurre il gap tra Nord e Sud per far ripartire il Paese

Serve ridurre il gap tra Nord e Sud per far viaggiare l’Italia alla stessa velocità © Ansa

Per far avere una ripartenza dell’Italia forte e soprattutto duratura si deve obbligatoriamente ridurre il gap tra Nord e Sud. In questo momento, come confermato da questo studio fatto a Bruxelles, sono solamente cinque le regioni che consentono al nostro Paese di andare avanti dal punto di vista economico.

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Serve, quindi, un immediato cambio di passo per far viaggiare tutto l’Italia alla stessa velocità. La speranza è che questo obiettivo possa essere raggiunto con il PNRR, ma la strada è ricca di ostacoli ed è alto il rischio di vedere ancora una volta le parole non trasformarsi in fatti.

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Francesco Spagnolo