ESCLUSIVA – Il critico “mascherato” Visintin ci svela tutto Masterchef [VIDEO]

Il famoso giornalista gastronomico di cui nessuno conosce l’identità parla di se stesso, del suo lavoro e degli chef stellati della trasmissione

Nel mondo della ristorazione e dell’alta cucina è famosissimo e temutissimo, da quando è stato ospite a Masterchef qualche sera fa, Valerio Massimo Visintin è venuto ancora più alla ribalta. Di lui, la nota più curiosa e strabiliante al tempo stesso, è che non ha mai rivelato il suo volto, quando deve fare presenza ad eventi pubblici indossa rigorosamente la maschera. Nessuno, a parte la sua famiglia, sa come è fatto. Nessuno lo deve sapere, fa parte del suo mestiere. E come lui, giornalista e critico gastronomico per il Corriere della Sera, non ce ne sono. E’ unico. Ha deciso di parlare, di spiegare la sua professione con Notizie.com, rivelando anche quanto avvenuto a Masterchef, una delle trasmissioni più seguite sulla cucina, dove è stato ospite nell’ultima puntata. “E’ tutto vero quello che si vede Masterchefha raccontato Visintin -, ci sono tempi di lavoro infiniti, tanti tempi morti, ma non c’è niente di finto o costruito. Magari, quello che non si vede sono gli scherzi continui che si fanno gli chef l’un con l’altro. Mi hanno detto che la mia presenza era una sorpresa per i ragazzi, mi hanno messo in un container per ore“.

Il critico
Valerio Massimo Visintin a Mastercherf con gli chef stellati Locatelli, Cannavaciuolo e Barbieri (screenshot Sky-notizie.com)

Il critico gastronomico ha anche espresso pareri personali su ognuno dei cuochi e allo stesso tempo conduttori del programma che tanto successo sta ottenendo da anni. “Se sono stato da loro? Da Barbieri nel suo ristorante a Bologna mai – ha detto Visintin a Notizie.com -, ma non sono mai stato nemmeno da Locatelli a Londra, invece sono andato da Cannavacciuolo una decina di anni fa e ne parlai bene perché mi sono trovato bene. Diciamo anche che Cannavacciuolo, mi ha tormentato tutto il tempo anche nei fuori onda per capire chi fossi, ma sempre scherzando” Si lascia andare a qualche riflessione su di loro: “Simpatico Cannavacciuolo, un fanciullone, lui veramente un bambinone ed è piacevole, Locatelli anche lui simpatico, ma sta un po’ sulle sue, un po’ azzimato. Barbieri molto loquace, ma se lo vai a stanare è più contenuto, riservato anche nelle pause. Allo stesso tempo dobbiamo ammettere che la trasmissione va bene, ma credo che abbia fatto tanti danni alla ristorazione“.

“Nessun ristoratore sa come sono fatto. Come faccio col Green-Pass? Eh, ho i miei trucchi ma non posso svelare nemmeno questo…”

Il critico
Valerio Massimo Visintin durante la presentazione del suo libro “Cuochi sull’orlo di una crisi di nervi” (screenshot notizie.com)

Valerio Visintin non solo ha la passione della cucina ma anche dell’Inter: “Alta cucina e calcio in comune sono due ambiti che stanno al di fuori della realtà e vivono al di fuori e al di sopra della realtà. Presuntosi calciatori o chef stellati? Forse i calciatori hanno più buoni motivi per essere po’ vanitosi”. Sulla sua identità poche cose da dire, anche se ce ne sarebbero tante le curiosità su quello che fa: “Nascondo il mio volto dal 2009, non lo faccio ovviamente quando vado al ristorante, anche perché, ed è il motivo principale, non sanno che c’è il critico del Corriere della Sera in sala. Perché lo faccio? Per avere una visione del ristorante e abbinarla alla realtà, come se fossi un cliente qualsiasi e poi così non rischio di avvicinarmi troppo emotivamente, difficile giudicare uno chef amico credetemi. Gli altri miei colleghi, a mio parare, non ci riescono totalmente“. La grande curiosità è sul Green pass e come fa uno come lui a celare la sua identità con lo strumento che c’è attualmente. “Devo ammettere che ora è molto più difficile col green-pass. ma non lo chiede quasi nessuno, a Roma, dove sono stato qualche sera fa, nessuno mi ha chiesto niente, a Milano uno su cinque. E quando me lo chiedono non posso dire quale trucco uso

E’ conosciuto e temuto dagli chef e dai padroni dei ristoranti: “Spero sempre di trovarmi bene e mangiare bene, mi dispiace quando capita il contrario, ma sarei ipocrita se non dico che scrivere un pezzo critico è molto più divertente che fare delle lodi. Chef arrabbiati? Nessuno chef mi ha mai chiamato per lamentarsi, è partita qualche lettera, quella sì, ma quelli che rompono e annoiano sono gli uffici stampa, pretendono dei pezzi morbidi per un buon rapporto di lavoro, ma io me ne frego, sono protetto dalla mia testata. Giusto una volta un proprietario di un ristorante mi ha riempito di improperi, anche su Facebook. Mi rendo conto che ci sono notevoli interessi commerciali, ma il mio lavoro lo faccio sempre con onestà“. Un rifugio, un ristorante amico? “Nessun ristoratore sa chi sono, nessuno. Ce ne erano un paio una decina do anni fa ma erano posti dove andavo coi i  miei genitori, forse in Corsica c’è un ristoratore che sa chi sono. Ad ogni modo è divertente coltivare questa doppia personalità, ci sono risvolti giocosi e divertenti, sembra quasi una piccola avventura andare in un ristorante che potrebbero scopriti. Quando vado ho i miei complici, ma devono stare attenti a non chiamarmi per nome, che poi non capisco perché lo debbono fare se io sto lì, che mi chiami col nome?”. In effetti, non fa una grinza.

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