Roma. Ancora bufera al liceo scientifico Augusto Righi. È emerso oggi un post sessista di un ex professore del liceo che fa molto discutere.
Incredibile quanto sta accadendo al liceo scientifico Augusto Righi di Roma. Negli ultimi giorni, aveva fatto molto discutere la diatriba tra una professoressa e un’alunna. La studentessa stava ballando una canzone di Sanremo con la pancia scoperta, e la professoressa l’aveva redarguita con la frase: “Ma che stai sulla Salaria?”. Il caso mediatico scaturito dalla discussione aveva travolto il liceo come un uragano, eppure sembra non essere finita. Oggi è emerso un post dal contenuto sessista, pubblicato da un ex professore del Righi che attualmente insegna all’Orazio.
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Il post pubblicato dall’ex professore del Righi recita così. “Oggi facciamo una preghiera, anche laica, per tutti quelli che mandano le figlie a scuola vestite come troie! Preghiamo insieme!”. Un post dal contenuto agghiacciante, che si inserisce in un contesto già traballante a causa degli avvenimenti degli scorsi giorni. Ricordiamo infatti che, in seguito allo scontro tra professoressa e alunna, gli studenti del Righi hanno preso le difese della loro compagna, manifestando a pancia scoperta e pantaloncini corti. Nei confronti della prof, la preside del Righi ha aperto un provvedimento disciplinare.
Repubblica ha riportato la storia dell’ex docente del Righi, ora al centro delle polemiche a causa del suo post sessista. L’ex professore del liceo è un filologo, che insegna da qualche mese al liceo classico Orazio. Copre eventuali buchi e offre potenziamento di latino, greco e italiano. La preside Maria Grazia Lancellotti ha commentato: “È una persona competente nelle sue materie. Mi dissocio completamente dalla frase, di cui ero totalmente all’oscuro. Ci sono modi e modi di esprimere un pensiero”.
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Anche il collettivo studentesco dell’Orazio si è espresso in modo estremamente critico rispetto al post del professore. “Nel 2022 e in un contesto scolastico è inaccettabile un così inadeguato uso delle parole, peraltro da parte di un professore, che dovrebbe istruirci e ‘aprirci la mente’ e invece esprime i suoi pensieri sessisti e retrogradi. Siamo stufi di pregiudizi del genere, mirati a svalutarci come studenti ed individui, come se il nostro abbigliamento fosse causa e ritratto del nostro intelletto”.