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Cronaca

San Vittore, assolto detenuto casertano indagato per rivolta in carcere

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Raffaele Sposito

Giovanni Buonanno, detenuto nel carcere di San Vittore, è stato assolto dall’accusa di aver preso parte a una rivolta nel carcere milanese.

Carcere © Getty Images

La situazione nelle carceri italiane, specialmente nella prima fase della pandemia, ha comportato svariate complicazioni, per poliziotti e detenuti. Oltre al persistente problema del sovraffollamento, la mancata assistenza medica e le condizioni igienico-sanitarie da brividi hanno contribuito a creare un clima di tensione che è spesso sfociato in violente rivolte. Una di queste rivolte, avvenute nel carcere di San Vittore il 9 marzo, ha portato all’apertura di un’indagine per capire i responsabili e i partecipanti legati a tale evento.

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Uno dei nomi indagati è quello di Giovanni Buonanno, casertano, in quel periodo detenuto nel carcere milanese di San Vittore per reati legati alla droga. Inizialmente si pensava che Buonanno potesse essere coinvolto nella rivolta avvenuta il 9 marzo. Eppure, dopo l’indagine, il Tribunale di Milano ha assolto Buonanno dall’accusa di aver partecipato alla rivolta svoltasi durante il primo lockdown.

Carcere © Getty Images

La rivolta avvenuta nel carcere di San Vittore è avvenuta nello stesso periodo in cui svariate rivolte sono scoppiate a causa dei contagi di Covid-19 nelle carceri italiane. Oltre a tali avvenimenti, l’evento più critico del periodo evidenziato è stato sicuramente quello de “l’orribile mattanza” accaduta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. In tale occasione, gli agenti hanno malmenato brutalmente i detenuti, in seguito ad intemperanze che però non erano sfociate in una rivolta.

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Nel carcere di San Vittore, invece, ci fu una vera e propria rivolta. Secondo la Procura, accadde che i detenuti si appropriarono della radio nonché delle chiavi di una sezione, originariamente in possesso di un poliziotto penitenziario. I detenuti minacciarono un poliziotto con un taglierino alla gola, chiudendolo a chiave in un ufficio. Secondo la Procura, Buonanno avrebbe preso parte a tali atti di violenza. Eppure, i giudici milanesi hanno condiviso la difesa di Buonanno, assistito dall’avvocato Peppe Foglia, decidendo di assolverlo per non aver commesso tale fatto.

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