Incidente diplomatico che ha coinvolto un mezzo militare dell’Australia. Il primo ministro Scott Morrison accusa senza mezzi termini Pechino: “Si è trattato di un atto ingiustificato e non provocato”
Un caso diplomatico bello e buono, che rischia di mettere a repentaglio i rapporti tra Australia e Cina. E la colpa è tutta di un laser… Il primo ministro australiano, Scott Morrison, ha infatti annunciato pubblicamente che un laser cinese è stato puntato giovedì scorso su un aereo della Royal Australian Air Force, definendolo un chiaro “atto di intimidazione” da parte di Pechino.
Il fascio di luce in questione, come spiegato dal dipartimento della difesa australiano, è stato acceso da una nave della Marina dell’Esercito popolare di liberazione e puntato direttamente su un aereo di sorveglianza P-8A Poseidon mentre l’imbarcazione cinese stava navigando verso est, attraversando il mare di Arafura. Il presidente del Consiglio australiano ha definito l’episodio “un atto sconsiderato e irresponsabile che non sarebbe dovuto accadere“.
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Australia chiede spiegazioni alla Cina
Lo stesso Scott Morrison ha poi aggiunto che l’Australia, attraverso i canali diplomatici ufficiali, farà sapere chiaramente al governo cinese di essere molto contrariato per quanto accaduto. Il primo ministro si aspetta una spiegazione da parte di Pechino riguardo al motivo per il quale “una nave militare, nella zona economica esclusiva dell’Australia, avrebbe intrapreso un atto del genere, così pericoloso“. Una sua idea, in ogni caso, se l’è già fatta, come spiegato ai giornalisti questa domenica: “Si è trattato di un atto di intimidazione, non provocato e ingiustificato. Sinceramente non riesco a leggerlo in nessun altro modo. E posso assicurare che l’Australia non accetterà mai tali atti di intimidazione“.