Il segretario del sindacato delle Forze dell’ordine, dopo i fatti di Torino: “Siamo diventati dei bersagli umani. Ma a qualcuno va bene così”
Lancio di uova bastonate, calci, pugni e insulti di ogni tipo. Le forze dell’ordine sono state oggetto di un durissimo attacco a Torino, durante la manifestazione organizzata da alcuni studenti davanti alla sede dell’Unione Industriale. Dopo aver lanciato uova di vernice contro la palazzina di via Vela, alcuni giovani hanno forzato il cancello di ingresso e hanno tentato di entrare negli uffici, ma sono stati respinti.
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Dai manifestanti sono partite bastonate alle forze dell’ordine. Negli scontri sono rimasti feriti 6 carabinieri, un poliziotto e una manifestante. Forte la presa di posizione di Italia Celere, il sindacato delle Forze di Polizia, che per bocca del segretario Andrea Cecchini, ha parlato ai nostri microfoni: “Il clima surreale che si è creato è stato acuito anche dalle dichiarazioni del Ministro Lamorgese, che a nome del Governo dovrebbe chiedere scusa alle famiglie degli agenti rimasti feriti e umiliati a Torino. Sta passando il messaggio che i ragazzi che partecipano alle manifestazioni devono sfogarsi e che i poliziotti siano dei playmobil, dei pupazzetti, delle sagome da bersagliare a divertimento di questi ragazzi”.
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Cecchini è stufo del clima che si sta creando intorno alle forze di Polizia: “Chiediamo un atto di responsabilità da parte delle istituzioni: il poliziotto rappresenta lo Stato e sta passando il messaggio che lo Stato possa essere sbeffeggiato per il divertimento di centinaia di ragazzi o di chi si nasconde dietro i ragazzi. E’ stata una fortuna che non si sia fatto male in modo serio qualcuno tra le Forze dell’Ordine. I 7 feriti sono colpa di una gestione troppo remissiva dell’ordine pubblico per cui si permette che chiunque indossi una divisa debba diventare per forza un bersaglio umano. Colpa dei violenti e di chi ha permesso questo”.
Casi del genere, purtroppo, stanno diventando all’ordine del giorno. “Chiediamo al sig. ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, di far rispettare chi indossa la divisa perché chi la indossa ci crede davvero, una divisa fatta anche di tutte le gocce di sangue versate negli anni per mani assassine e vederla trattata così non lo accettiamo, non lo meritiamo, non lo permettiamo. Però la realtà è chiara, ci vogliono come soldatini di pezza da usare come materassino. Tanto, se ci facciamo male nessuno ci ripaga e se, per difenderci, qualcuno si fa male perdiamo pure lo stipendio! La nuda e cruda verità”.