Ad un anno dalla scomparsa del boss della nuova camorra organizzata, appare una scritta per ricordarlo ad una anno dalla morte
“Raffaele Cutolo, anima benedetta”. Ed è caso. E’ la frase scritta su diversi manifesti funebri che sono stati affissi negli scorsi giorni ad Ottaviano, il paese in provincia di Napoli dove era originario Raffaele Cutolo, “’o professore”, come era soprannominato dai suoi adepti l’ex boss della Nuova Camorra Organizzata degli anni ’80. Un omaggio dei familiari e degli amici a Cutolo, morto un anno fa, il 17 febbraio 2021 per celebrare il primo anniversario della scomparsa.
A denunciare la situazione e segnalare l’accaduto, come spesso gli capita, ed è uno dei pochi se non proprio l’unico in questo momento sensibile a ogni tematica che agita Napoli, il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli (Europa Verde): “Noi siamo contrari a qualsiasi glorificazione di boss e criminali“. In effetti su Facebook e su alcuni video girato il consigliere si è detto nauseato e inorridito davanti a uno spettacolo simile. Ha ricevuto tanti consensi per quello che ha fatto, ma anche tante offese da parte di chi ha voluto omaggiare l’ex boss camorristico.
“In suffragio dell’anima benedetta di Raffaele Cutolo detto ‘e Monache” – spiega Borrelli – recitavano i manifesti, che ricordavano anche il nomignolo con cui la famiglia era conosciuta in paese e dovuto alla fervente religiosità del padre Michele, conosciuto come “‘o Monaco“. Per Borrelli è uno scempio e lo ribadisce: “I familiari lo ricordano con immenso amore”. “Noi invece – prosegue il consigliere regionale – ricorderemo Cutolo come un boss sanguinario di camorra”. E, ancora: “Pensiamo alle vittime delle sue malefatte e al cattivo esempio che ha dato ad intere generazioni. Altro che anima benedetta”.
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L’ex boss della Camorra Raffaele Cutolo è deceduto un anno fa, all’età di 79 anni, nel reparto sanitario del carcere di Parma dove era detenuto con il regime di 41bis. Dopo la sua scomparsa sui social apparvero anche tantissimi messaggi di compianto ed esaltazione, come denunciato all’epoca da Borrelli. I funerali furono celebrati nella notte a Ottaviano, in forma strettamente riservata. La Questura di Napoli aveva vietato le esequie pubbliche, nonostante nei giorni precedenti ci furono diversi movimenti e anche lì tanti manifesti funebri in onore del boss.