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Cronaca

Usa, Famiglia sterminata nel deserto, morti genitori e la bimba di un anno

Published by
Daniele Magliocchetti

Una coppia con la figlia di un anno e il loro cane, sono tutti morti per disidratazione, ma le cose che non tornano sono davvero tante

Una tragedia che ha commosso il mondo. Un viaggio di piacere che si è trasformato in un dramma nel giro di poche ore. Era il giorno di Ferragosto dello scorso anno quando Jonathan Gerrish, 45 anni, sua moglie Ellen, 35, avevano deciso di fare un’escursione in Sierra Nevada, nei luoghi desertici della California. Insieme a loro, la figlia Miju, di un anno, ed il cane Oski. I due adulti avevano esperienza da escursionisti e avevano deciso di girare la Sierra Nevada, non torneranno mai più a casa. Ci sono alcune cose che non tornano, come il fatto di  portare poca acqua, appena due litri e mezzo. Jonathan ed Ellen avevano sottovalutato non solo il calore, ma anche gli sbalzi di altitudine, della temperatura e il mutare del terreno lungo il tragitto.

Jonathan, Ellen e Muji Gerrish sono stati trovati morti insieme al loro cane in Sierra Nevada (screenshot-mirror)

L’allarme era stato dato dalla baby-sitter della famiglia, preoccupata dal fatto che non fossero tornati dalla breve vacanza che avevano pianificato giorni prima. E infatti, i corpi sono stati ritrovati quarantottore dopo, tutti a pochi metri di distanza tranne Jonathan e Miju, con la bambina che ha trovato la morte tra le braccia del papà. Da quel momento partono le indagini, ma col passare delle settimane tutte le ipotesi che si sono fatte avanti non tornavano, tanto che la polizia crede fermamente che a stroncare la famiglia sia stato il caldo, che si aggirava tra i 35-40°C, insieme alla carenza di acqua ed è successa la tragedia. Una famiglia intera morta per disidratazione.

Una tragedia ma ci sono tante cose strane da chiarire

Jonathan, Ellen e Muji Gerrish durante l’escursione prima della tragedia (screenshot twitter notizie.com)

Per ricostruire la dinamica della tragedia, gli investigatori hanno impiegato mesi, anche perché sembrava un vero rompicapo. Inizialmente avevano aperto l’indagine per omicidio, ma poi hanno cambiato idea. Hanno analizzato lo smartphone di Jonathan Gerrish per settimane per cercare di capire cosa fosse accaduto. Dalle foto scattate alle telefonate fatte prima di trovare la morte, gli elementi presenti nel dispositivo hanno permesso di stabilire i momenti chiave del dramma. La famiglia inizia ad incamminarsi poco dopo le 7 del mattino, e fino alle 11 tutto sembra andare tutto per il meglio: Jonathan registra prima un video, poi scatta sei foto, tra cui due selfie di famiglia.

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Le cose peggiorano dopo le 11, come accertato da un sms inviato da Jonathan: “Puoi aiutarci? Siamo sul Savage Lundy Trail diretti verso Hites Trail. No acqua, molto caldo, con la bambina“. Il testo del messaggio che però non partirà mai, perché nel posto dove erano non c’era segnale. Qualche minuto dopo, Jonathan prova a far partire una chiamata ma continua a non esserci ricezione. Alle 12.25 viene scattata un’altra foto panoramica, forse per cercare di inviarla con un sms per fornire la posizione. Seguono altri tre tentativi di chiamata in tre minuti, ma senza successo. Quello che gli investigatori non riescono a capire, però, è che Jonathan aveva chiamato dei conoscenti e mai numeri collegati al servizio d’emergenza 911. Questa è la domanda delle domande, anche se forse lo stesso Jonathan è stato preso dal panico e non è riuscito a controllarsi ed essere lucido in un momento delicatissimo.

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Daniele Magliocchetti