Dall’ingresso nel 2014 dei separatisti filorussi alla dichiarazione di indipendenza di ieri, fino ai giacimenti di carbone. Ecco cosa si nasconde dietro i territori contesi tra Ucraina e Russia
E’ uno spicchio di territorio che sta facendo parlare, discutere ed è al centro di uno scontro politico senza precedenti. Sul futuro del Donbass si sta giocando probabilmente la carta più importante di una partita che tiene con il fiato sospeso tutto il mondo. Ma cosa rappresenta il Donbass? Perchè è diventato così importante a livello strategico? Perchè il futuro tra Ucraina e Russia si gioca essenzialmente in quel territorio?
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Sulle repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk, riconosciute ufficialmente “indipendenti” dal Cremlino, si discute da anni. Dal 2014 vengono governate dai separatisti filorussi sostenuti dal punto di vista militare e finanziario da Mosca. Ma per Kiev si tratta di territori “momentaneamente occupati” e non sono mai stati riconosciuti a livello ufficiale. Il caos è scoppiato quando negli ultimi giorni i filorussi hanno accusato il Governo ucraino di aver aperto il fuoco nel Donbass. Kiev ha ribattuto accusando loro di aver dato inizio ai bombardamenti (che hanno portato all’assalto di un asilo a Luhanska). Putin, nel discorso fatto alla nazione, ha denunciato il peggioramento della situazione e ha ordinato alle sue truppe di entrare in questi territori.
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Ma perchè Donetsk e Luhansk rappresentano tutta questa importanza? Parliamo di un territorio di circa 6500 miglia quadrate e da un punto di vista economico rappresentano uno dei giacimenti più importanti per l’estrazione del carbone. La Russia non ha mai avuto interesse su questi territori. Fino a ieri ha sempre voluto che rimanessero ucraini, ma lasciando ai filorussi importanti diritti di veto su decisioni di politica interna e esterna. Ora la situazione è cambiata. La responsabilità degli attacchi nel Donbass sembra il grimaldello per dare il via al conflitto. La perfetta giustificazione da giocare in caso di sanzioni internazionali (già minacciate dopo le numerose violazioni del cessate il fuoco). Mosca vorrebbe gestire in prima persona l’imponente miniera di carbone presente sul territorio ed evitare che finisca in mano europea.