Il âCorriere della Seraâ ha intervistato lâex coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, Agostino Miozzo. Questâultimo ha raccontato di quello che successe esattamente due anni fa, con lâinizio della pandemia
Lâex membro del Comitato Tecnico Scientifico, con le funzioni di coordinatore, Agostino Miozzo ha rilasciato una intervista ai microfoni di âCorriere della Seraâ. Ovviamente non si è potuto non parlare del Covid e della gestione che la sua squadra ha affrontato per piĂš di un anno (dal 5 febbraio del 2020 al 15 marzo del 2021).
Come ha riportato il 68enne sono stati fatti errori, anche tanti. Anche se le informazioni che avevano erano davvero poche. Le uniche, proprio agli inizi del 2020, arrivavano direttamente dalla Cina. Dalla metĂ di febbraio negli Stati Uniti DâAmerica e in Europa si sapeva di questa grave malattia nata dalla regione di Wuhan.
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Poi il focolaio scoppiato nella nave âDiamond Princessâ. Solamente lâ11 marzo lâOms ha annunciato lâinizio della pandemia nel nostro Paese. Ci ha tenuto a ribadire che il nostro Paese, a differenza degli altri, è stato il primo a chiudere gli scali ai voli dalla Cina per cercare di evitare qualsiasi tipo di diffusione del virus. La colpa è stata data alle altre nazioni, colpevoli di aver sottovalutato il problema.
âNon è stato facile chiudere lâItalia. Nessuno ha fatto pressioni dirette su di noi ma ricordo quante riflessioni di natura politica ed economica ci venivano riportateâ. Alla fine, a vincere, è stato il virus. Troppo tardi la chiusura? âSe lo avessimo fatto il 20 febbraio sarebbe andato in maniera diversaâ.
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I ricordi che bruciano allo stesso Miozzo sono tanti, tar questi: evitare che i pazienti entrassero nelle Rsa, gli anziani lasciati soli, non svolgere alcun funerale. In conclusione: âRispondevo al cellulare per ascoltare la gente piangere. Sindaci, colonnelli dei carabinieri, medici, direttori di ospedale. Cercavamo soluzioni senza averne perchĂŠ mancavano mascherine, ossigeno, tuttoâ.