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Politica

Palamara: “Indagini come grancasse contro politica, ruolo della magistratura asservente”

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Chiara Feleppa

“Lobby&Logge” è il nuovo libro a firma del giornalista Alessandro Sallusti e dell’ex toga Luca Palamara

Lobby e logge condizionano il sistema della Giustizia in Italia? E’ la tesi sostenuta da Alessandro Sallusti, intervenuto nella puntata di Casa Minutella, in onda su Blogsicilia, Tempostretto e su Video Regione, sul canale 16 del digitale terrestre. Il libro – così come “Il Sistema” – porta la firma dello storico direttore del quotidiano “Il Giornale” e dell’ex toga. Palamara e Sallusti, nel libro, affrontano i misteri del “dark web” del Sistema, le parentele tra logge e lobby che riguardano imprenditori, politici, servizi segreti, giornalisti e magistrati.

I rapporti tra Logge e lobby determinano, poi, se avviare o affossare indagini e processi. La magistratura e l’informazione diventano così strumenti “per regolare conti, consumare vendette, puntare su obiettivi altrimenti irraggiungibili, fare affari e stabilire nomine propedeutiche ad altre e ancora maggiori utilità“, scrive Sallusti. Secondo l’ex magistrato Luca Palamara, intervenuto nel corso della presentazione riportata sulle pagine de Il Dubbio, “nel 1993 il Parlamento decide di eliminare l’autorizzazione a procedere. Da quel momento ogni indagine diventa oggetto di strumentalizzazione”.

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Secondo l’ex consigliere del Csm, “la separazione delle carriere è un segmento del problema giustizia in Italia. Non deve riguardare solo pm e giudice, ma anche il rapporto tra magistratura e informazione. Se un’indagine viene utilizzata come grancassa contro questo o quel nemico politico, il ruolo della magistratura diventa asservente”. Le correnti politiche dominano il mondo della magistratura dagli anni 60 e questo incide, chiaramente, sul naturale corso dei processi, troppo spesso influenzati da una parte o dall’altra.

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“Palamara mi stava antipatico, ma non era l’unica pecora nera in un gregge di pecorelle bianche. Era il capo delle pecorelle nere in un gregge molto ricco di pecore nere che sono tutt’ora al loro posto senza nulla accade”, ha detto Sallusti, direttore di Libero e coautore del libro. All’inizio, l’ex magistrato non aveva accettato l’idea di scrivere un libro verità sulla Giustizia Italiana. Poi cambiò idea e propose un patto: “Palamara mi disse, scrivi tutto ciò che io dico e non una parte”. Viceversa, Sallusti ha chiesto: “Tutto quello che tu dirai non devono essere delle tue idee o supposizioni, ma fatti circostanziati”.

Questo, per scrupolo deontologico e per tutela. Nei libri ci sono centinaia di nomi, aneddoti e cose: “C’è stata una richiesta di rettifica del dottor Spataro, fatta nelle successive edizioni ed una querela del dottor Ielo che è stata ritirata due mesi dopo”. Per Sallusti, è il momento di dire basta a chi mette in dubbio la veridicità delle affermazioni di Palamara. “Se qualcuno ha qualcosa da dire su questo libro non ha altro da fare che portare elementi veri contrari alle tesi”, dice Sallusti. Mentre Palamara non ha dubbi: “I politici devono difendersi nei processi non dai processi.”

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