Il bimbo era atteso oggi dal padre, napoletano, ma lo scoppio del conflitto ha bloccato il rimpatrio
Tra i 7,5 milioni di bambini a rischio in Ucraina, a causa della guerra scoppiata dopo l’attacco russo di questa mattina, c’è anche un bimbo di 2 anni e mezzo, figlio di padre napoletano e madre ucraina.
Il piccolo sarebbe dovuto rientrare oggi in Italia dall’Ucraina, dopo che era stato portato in Ucraina dalla madre che aveva deciso di portarlo nel suo paese d’origine, senza fare più ritorno. A decidere per il rimpatrio era stato il Tribunale ucraino al quale il padre del bimbo si era rivolto ed era previsto per oggi, giovedì 24 febbraio, il suo ritorno in Italia.
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I fatti risalgono a settembre 2020, quando la donna è rientrata in Ucraina giustificando lo spostamento con la vendita di un appartamento e il festeggiamento del compleanno del padre. Il viaggio, inizialmente concordato con il compagno, è stato di sola andata e il bambino e la donna non sono più rientrati in Italia. Così, il 48enne si è rivolto all’autorità giudiziaria per ottenere il ritorno del bambino.
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“La nostra preoccupazione è che il rientro possa non avvenire”, spiega Roberta Foglia Manzillo, l’avvocata Roberta Foglia Manzillo, che difende il 48enne di Ischia. La difesa ha annunciato l’intenzione di rivolgersi al Ministero degli Esteri per avere rassicurazioni sull’operazione di rimpatrio del piccolo, deciso dal tribunale della città di Sumy e dalla Corte d’Appello di Sumskyi, alla quale la madre si era rivolta per ottenere la sospensione del provvedimento. Quest’ultimo ha rigettato l’istanza della donna. Il suo rientro in Italia era previsto per oggi ma lo scoppio della guerra potrebbe averne bloccato il rimpatrio. Per ora, nulla si sa sulla situazione del bimbo.