Il contraccolpo economico dovuto all’ingresso della Russia in Ucraina è preoccupante, con il crollo delle borse di tutto il mondo.
La Russia ha attaccato l’Ucraina. La triste realtà della giornata di oggi è la seguente, e tutto il mondo ne sta prendendo atto. A livello economico, i mercati finanziari hanno subito il contraccolpo legato all’ingresso delle truppe russe in Ucraina. Gli scambi azionari europei partono in picchiata e peggiorano nel corso della seduta. Madrid perde il 3,69%, Parigi il 4,34%, Francoforte il 4,43% e Milano fa ancora peggio, con il 4,71%. Londra cede il 2,91%, gli scambi in Asia precipitano e i future negli Stati Uniti fanno lo stesso.
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La Borsa di Mosca ha deciso di chiudere tutti i suoi mercati. Alla riapertura dei mercati russi, si è sfiorato il -45%, pur con una leggera risalita successiva a nuove sospensioni. Kyle Rodda, analista di IG Markets, ha detto quanto segue a Bloomberg. “Fondamentalmente non c’è alcuno scenario prezzato dai mercati, perché è impossibile scontarne uno a pieno. È il peggiore degli scenari. Una cosa sono le cattive notizie. Un’altra sono le cattive notizie senza sapere assolutamente a che cosa porteranno”.
Mai così male dal 2020 i listini asiatici e del pacifico. L’indice Nikkei di Tokyo ha fatto registrare il -1,81%, mentre il Topix ha ceduto l’1,25%. Shenzhen ha fatto registrare il -2,2% mentre Hong Kong ha fatto addirittura peggio, perdendo il 3,2%.
Le ripercussioni peggiori sono quelle legate al comparto delle materie prime. In primo luogo, il petrolio. Il Brent avvia una corsa inarrestabile; una volta infranta la soglia preoccupante dei 100 dollari al barile, ai arriva fin sopra 104 dollari. Il Wti è a un passo da quota 100, con 7 punti percentuali in più. Nella serata di ieri, è emerso che gli Stati Uniti, considerando l’escalation, stanno pensando ad un potenziale rilascio delle riserve strategiche di petrolio assieme agli alleati.
Volano inoltre i prezzi del gas. Il punto olandese è attualmente scambiato a 114 euro al Mwh: un balzo del 30%. Non è tutto, però: ad impennare sono anche i prezzi del grano (+5,90%) e dei cereali. Aumentano anche soia (+2,87%), avena (+4,81%) e mais (+5,47%). L’alluminio ha superato il picco del 2008, con 3.388 dollari a tonnellata. In rialzo anche l’argento, con il +2%, e il platino, con il +1%.
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Dopo la promessa del presidente americano Joe Biden di severe sanzioni contro Mosca, il rublo crolla. La valuta russa sta perdendo il 7,8% sul dollaro. Il calo rispetto all’euro è del 7,5%. La divisa unica è in calo sul dollaro, con lo 0,54% di perdita. Il Bitcoin è inoltre in forte calo, con l’8% di perdita.
La Banca centrale ucraina, secondo quanto annunciato in una nota dal governatore Kyrylo Shevchenko, ha adottato varie misure di emergenza per rispondere all’attacco della Russia. Tra le misure, la sospensione del mercato dei cambi, limiti giornalieri ai prelievi e il divieto di trasferimento di denaro all’estero. Come spesso accade in queste situazioni, i capitali vanno verso i beni “rifugio”. Salgono i prezzi dei Treasury, lo yen e l’oro.