Morte George Floyd, la decisione della giuria su tre agenti coinvolti

Una giuria federale si è espressa su Thomas Lane, J. Alexander Kueng e Tou Thao, i tre ex poliziotti di Minneapolis che furono coinvolti insieme a Derek Chauvin il 25 maggio 2020 nel decesso dell’afroamericano

Sono trascorsi quasi due anni da quel 25 maggio 2020, quando l’afroamericano George Floyd venne ucciso dall’agente di polizia di Minneapolis Derek Chauvin, che lo tenne a terra per circa nove minuti con il ginocchio poggiato sul suo collo. Ecco, adesso una giuria federale ha giudicato anche gli altri tre ex agenti presenti in quell’occasione, cioè Thomas Lane, J. Alexander Kueng e Tou Thao, ritenuti colpevoli di aver privato l’uomo dei suoi diritti civili e nello specifico di quello alle cure mediche. In una dichiarazione ufficiale il procuratore generale Merrick Garland ha spiegato che il verdetto “riconosce la violazione della Costituzione da parte di due agenti di polizia, non intervenuti per impedire a un altro agente di uccidere George Floyd, mentre tutti e tre gli agenti in questione non hanno fornito aiuto in tempo per impedirne la morte“.

George Floyd
Persone in supporto di George Floyd fuori dal tribunale (Ansa)

Il fratello di George, Philonese Floyd, ha parlato di una giornata “buona ma triste“, a Minnesota Public Radio: “Non potrà mai esserci giustizia, perché non potrò mai riavere indietro mio fratello George“.

LEGGI ANCHE QUESTO: Svolta nell’omicidio George Floyd: parla l’agente condannato per omicidio

George Floyd, accusati gli agenti

George Floyd
La giuria si è espressa sui tre agenti coinvolti nella morte di George Floyd (Ansa)

Questo processo federale per i diritti civili – il secondo di quelli che saranno probabilmente tre complessivi riguardo la morte di Floyd – si è concentrato principalmente sulle azioni dei tre ex ufficiali che hanno assistito a quell’arresto mortale: Lane ha tenuto le gambe di Floyd giù, Kueng si inginocchiò sulla sua schiena e Thao impedì a chiunque di intervenire. Tutti e tre sono stati accusati di aver privato intenzionalmente e senza un giusto processo Floyd del suo diritto alla libertà. I pubblici ministeri inoltre hanno affermato che gli ex ufficiali hanno visto chiaramente che l’uomo arrestato avesse bisogno di cure mediche, ma non le hanno fornite: “Hanno scelto di non intervenire, hanno scelto di non aiutare George Floyd“, ha detto nello specifico il pubblico ministero Manda Sertich ai giurati durante le discussioni conclusive martedì. La pena massima prevista dalla legge per aver violato i diritti civili di Floyd con conseguente morte è l’ergastolo.

Gestione cookie