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Politica

Ucraina: chi sono i “nazisti” e i “drogati” di cui parla Putin all’esercito russo

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Francesco Gnagni

Le parole sprezzanti del Presidente russo fanno un particolare effetto sull’opinione pubblica internazionale, denotando il suo stile eccessivamente ruvido e arrogante. Tuttavia, non si tratta di epiteti gratuiti ma che si rivolgono a dei destinatari ben precisi. 

(Ansa)

Di ora in ora, la tragicità dell’invasione russa dell’Ucraina aumenta. Come aumentano anche i toni di quello che a tutti gli effetti rappresenta un violento attacco di cui a pagare il conto sono, come sempre, i più deboli e indifesi. Mentre infatti i paracadutisti russi sono nell’area dell’aeroporto di Kiev e i blindati ucraini tentano la resistenza, Putin ha chiesto senza mezzi termini all’esercito ucraino di “prendere il potere”. L’obiettivo è quello di rimuovere Zelensky, verso cui il presidente russo ha parole di vero sprezzo.

Le parole sprezzanti del Presidente Putin

Se infatti per ministro russo Lavrov la Russia si vendicherà “delle sanzioni dell’Occidente”, per Putin le autorità di Kiev sono nient’altro che “una banda di drogati”. Riferendosi ai vertici ucraini, letteralmente il presidente russo ha affermato che i suoi miliari stanno combattendo una “banda di drogati e neonazisti”.

Nei giorni precedenti Putin aveva infatti già dichiarato di voler “smilitarizzare e denazificare” l’Ucraina, e di avere inviato l’esercito a proteggere “le persone che sono state oggetto di bullismo e genocidio da parte del regime di Kiev per otto anni” e per “assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili”.

La domanda che viene di conseguenza è a chi si riferisse il presidente russo con quelle parole, e per quale ragione ha utilizzato questi termini specifici. I crimini di cui Putin parla sono quelli che sarebbero stati perpetrati dalle formazioni politiche e paramilitari di estrema destra che si sono moltiplicate e rafforzate nel Paese dopo il crollo dell’Unione sovietica nel 1991.

In sostanza, una decadenza che per Putin ha avuto avvio proprio con il distacco da Mosca e con l’indipendenza ucraina. Queste formazioni politiche infatti negli anni sono state anche appoggiate da Kiev in funzione anti-russa, in maniera più o meno esplicita. Tanto da diventare centrali nei combattenti che hanno avuto luogo nelle province separatiste contro i ribelli, che venivano invece foraggiati da Mosca.

La forza dell’ultra-destra ucraina, politica e non solo

La Russia infatti da mesi cavalca questo tipo di propaganda per cui tra i combattenti ucraini ci sarebbero elementi dell’ultra-destra, e che questi sarebbero i “degni eredi” delle brigate guidate da Stepan Bandera contro l’Urss nel corso della Seconda Guerra mondiale. All’epoca il loro obiettivo era quello di creare uno Stato indipendente alleato della Germania di Adolf Hitler, da lì nasce il parallelo con la Nato e l’Unione europea.

Erano infatti gli stessi miliziani di una divisione dell’Armata ucraina d’insurrezione, la derivazione delle Brigate di Bandera, a sventolare la bandiera giallo-blu ucraina allora vietata dal governo sovietico. Le stesse formazioni di ultra-destra ucraina successivamente combatterono contro i russi in diverse occasioni, come nel 1993 a fianco dei georgiani e nel 1994 insieme ai ceceni. Infine, i nazionalisti comparvero ancora nella rivoluzione arancione del 2004, a sostegno dell’insediamento del filo-occidentale Viktor Yushchenko. Rinvigorendo così negli anni in Russia il ricordo nei “nazisti ucraini”.

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L’ultima apparizione dei gruppi ultranazionalisti avvenne nel 2014, durante le settimane dell’Euromaidan. In quest’ultimo caso furono gruppi come il Settore destro, i Patrioti dell’Ucraina e i Battaglioni di difesa territoriale che scesero in campo per la cacciata del presidente filorusso Viktor Yanukovich. Le stesse formazioni oggi sono tornate nel conflitto del Donbass fin dal primo momento, in prima linea contro i ribelli filo-russi, riportando accuse di violazioni dei diritti umani anche contro i civili.

Tra questi, il “battaglione Azov”, inizialmente una milizia irregolare composta da ultras neonazisti, divenne negli anni così numericamente consistente che finì inquadrato nella Guardia nazionale, sotto il controllo del ministero degli Interni, al fine di sfruttare la loro forza per contrastare l’avanzata dei ribelli nel Donbass.

(Ansa)

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L’ultra-destra in Ucraina è peraltro molto forte anche politicamente, non tanto per una rappresentanza parlamentare che non esiste ma per una presenza radicata nelle piazze, capace di condizionare le politiche del Paese e la classe dirigente. Un movimento che, peraltro, ha contatti in tutto il resto d’Europa, compresa l’Italia, con centinaia di giovani che accorrono in Ucraina per combattere al loro fianco o per partecipare ai loro addestramenti.

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