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Politica

Non se ne esce più: nuovo stato d’emergenza in arrivo

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Paolo Colantoni

Il Premier Draghi aveva annunciato per il 31 marzo la fine dello stato d’emergenza. Ma la situazione potrebbe cambiare a breve

Stato di emergenza finito? Ritorno alla normalità? La speranza di chiudere in modo definitivo una pagina triste della nostra storia e guardare avanti, era sembrata molto concreta dopo le parole del Premier Draghi, che due giorni fa aveva dichiarato: “È intenzione del governo non prorogare lo stato di emergenza oltre il 31 marzo. Da allora non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate”, specificando che il miglioramento della situazione epidemiologica offra “margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese”.

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Mario Draghi e lo stato di emergenza – Ansa Foto –

Tutto finito? Basta Green Pass, chiusure, limitazioni e imposizioni? Sembra proprio di no. La situazione in Ucraina e l’avanzata dell’esercito russo guidato da Putin, sta portando il Governo italiano a fare marcia indietro e a pensare di prorogare lo stato d’emergenza. Al termine di una riunione lampo, il Consiglio dei ministri ha infatti approvato all’unanimità, il decreto con le misure da adottare dopo l’attacco sferrato dalla Russia di Vladimir Putin all’Ucraina. Nel testo, si delibera uno stato di emergenza della durata di tre mesi per consentire eventuali interventi di protezione civile, e si potenzia la presenza del personale militare italiano nella Nato.

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Una volta la pandemia e la necessità di inserire misure restrittive. Una volta la guerra in Ucraina. Sembra quasi che ogni scusa sia buona per consentire il prolungamento dello stato di emergenza. “L’Italia e la Nato vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea” ha spiegato il premier Mario Draghi. Una nota ha poi precisato che “l’Italia ha attivato interlocuzioni tecniche con singoli Paesi alleati, maggiormente esposti sul fianco est, al fine di verificare la possibilità di attivare ulteriori iniziative con caratteristiche simili alla missione già operativa in Lettonia, anche in termini di personale impiegato”.

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