Atto intimidatorio contro una giornalista del TG1: auto data alle fiamme

Atto intimidatorio contro una giornalista del TG1. L’auto della professionista è stata data alle fiamme. Indagini in corso per risalire ai responsabili.

Atto intimidatorio contro una giornalista del TG1 e un avvocato. Come raccontato sul proprio profilo Facebook dal legale, nella serata di domenica 27 febbraio le auto dei due professioni sono state date alle fiamme.

Auto incendiata
Le auto incendiate a Monterotondo (foto profilo Facebook di Vincenzo Iacovino)

Un gesto che, secondo quanto riferito anche dallo stesso legale, arriva dopo le diverse minacce ricevute nei giorni scorsi per avere denunciato alla Procura quanto avviene ogni notte in questo quartiere romano.

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Se essere liberi ha un prezzo – ha scritto sulla pagina Facebook il legale denunciando quanto successo nella serata di sabato – noi vogliamo esserlo ad ogni costo e con noi tutti che credono nella libertà e nella giustizia. Non ci fermerete mai. Miserabili. I vigliacchi e i codardi hanno bruciato la nostra macchina, ma non bruceranno mai la nostra dignità“.

Iacovino: “Auto date alle fiamme dopo aver postato le immagini dell’ennesima rissa”

Auto incendiata Monterotondo
L’intervento dei vigili del fuoco subito dopo il gesto intimidatorio (foto profilo Facebook di Vincenzo Iacovino)

Il gesto intimidatorio nei confronti dell’avvocato e della giornalista sembra essere strettamente legato ad un video postato sui social per denunciare l’ennesima rissa. “Sabato sera, dopo che io e Cinzia Fiorato abbiamo postato le immagini dell’ennesima rissa violenta – si legge nel lungo post pubblicato sui social da Iacovino – hanno pensato di metterci a tacere bruciando la nostra macchina. L’atto vile si è consumato in Piazza della Libertà, quella che noi stiamo difendendo sempre“.

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Nonostante questo i due non hanno nessuna intenzione di fermarsi. “Ora chi pensa di fermarci con il fuoco e con la violenza – si legge ancora sul profilo social dell’avvocato Iacovino – ha fatto male i conti. Noi andremo avanti più di prima e faremo di tutto per garantire la libertà. Ringraziamo il sindaco e il Comune di Monterotondo per tutto quello che non hanno fatto per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. Io non ucciderei mai la libertà, ma sono pronto a farmi uccidere per difenderla“.

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