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ESCLUSIVA – Zoff: “I miei 80 anni tra Europeo, Mondiale…e Gazza”

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Paolo Colantoni

Il Mito del calcio italiano compie 80 anni. “Io unico ad aver vinto un Mondiale e un Europeo? Speriamo ancora per poco”

80 anni da leader, da protagonista assoluto. Da uomo di campo e di calcio. Dino Zoff è un esempio da seguire. Un uomo di principi, valori e di grande personalità. E’ stato uno dei portieri più forti della storia del calcio. L’unico calciatore ad aver vinto un Europeo e un Mondiale. Il capitano capace di gestire il gruppo azzurro nel momento di maggior difficoltà ed in grado, nel 1982, di rappresentare la squadra davanti alla stampa. L’allenatore capace di vincere una Coppa Uefa e una Coppa Italia nella Juventus, di fare grande la Lazio da tecnico e da presidente, di guidare la Nazionale nell’Europeo del 2000 e di arrivare a pochi secondi dalla vittoria, prima di cedere sotto i colpi di Trezeguet e della sfortuna. L’uomo che oggi, tutto il mondo del calcio osanna e celebra. “Mi fa piaceredichiara ai microfoni di Notizie.com – vuol dire che qualcosa di buono ho lasciato. Sono contento, non di tutto ciò che viene detto, ma di tante cose”.

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Dino Zoff festeggia 80 anni – Ansa Foto –

Zoff ha fatto la storia del calcio italiano. Con la maglia azzurra, indossata 112 volte (primo calciatore ad aver superato le 100 presenze in Nazionale) si è tolto la soddisfazione di portare a casa un titolo Mondiale e un Europeo. “Auguro alla squadra di Mancini di riuscirci. Spero che tutti i ragazzi che quest’estate hanno vinto l’Europeo di vivere una soddisfazione simile. Sono sicuro che andremo ai Mondiali e di solito chi è in grado di ottenere un successo così importante, poi riesce anche a ripetersi. Sarebbe bello dopo tanti anni fare una doppietta così”. Il suo Europeo fu incredibile.Con tutto il rispetto, noi vincemmo un Europeo con squadre incredibili: l’Urss di allora era un insieme di 16 repubbliche: tutte fortissime. Ricordo la gara giocata a Napoli: i 90.000 spettatori al San Paolo che ci hanno festeggiato ed osannato. Momenti incredibili. Come la finale giocata allo stadio Olimpico”.

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Dall’Europeo al Mondiale del 1982. “Il momento più importante della mia carriera e della mia vita calcistica. Vincere il Mondiale è il sogno per ogni calciatore che inizia a giocare al calcio. Qualcuno pensa che le critiche che accompagnarono quella squadra ci caricavano. Tutto falso: per noi fu due volte difficile, ma siamo stati bravi ad isolarci e a vincere”. L’immagine di Zoff che alza la Coppa del Mondo e le celeberrime sfide con Pertini sull’aereo rimarranno nella mente di tutti gli sportivi italiani. Come le tante battaglie in panchina: due anni alla Juventus, sette (con due ritorni in sostituzione di Zeman ed Eriksson) alla Lazio. Nonostante una critica spesso spietata. “Mi dicevano che le mie squadre non facevano divertire. Ma ho portato Signori a vincere due volte la classifica dei marcatori e Schillaci a diventare capocannoniere. Credo che le mie squadre abbiano sempre segnato tanti gol. Il rammarico resta la stagione 00-01 con la Lazio: recuperammo 11 punti alla Roma e la rincorsa finì con quel gol preso da Dalmat a Bari al 92′ dopo una gara in cui fallimmo dieci palle gol incredibili”.

Con la Lazio è stato allenatore e presidente.Per Cragnotti ero un uomo Lazio, che doveva risolvere tutti i problemi. Quando mi chiese di fare il Presidente accetti, anche se non fu facile. così come fu difficile tornare in campo, sia al posto di Zeman, che al posto di Eriksson. Con la Lazio ho sempre dovuto ricostruire: all’inizio, in attesa dell’arrivo di Cragnotti e poi anche nelle due occasioni in cui subentrai“. Meno difficile fu gestire Gascoigne.Mai avuto problemi con lui. Me ne ha fatte passare di tutti i colori, ma l’unico rammarico è stato vedergli dilapidare tutta la sua classe. Un genio”. Un rapporto strano, tra un uomo misurato e serio e un calciatore tra i più eccentrici. “A Gazza ho sempre voluto bene. Da portiere, ruolo in cui sei chiamato a distruggere il gioco avversario, ho sempre avuto una grande ammirazione per chi sapeva costruire il gioco. E lui era uno di questi. Ricordo una gara con il Torino in Coppa Italia in cui fece di tutto”.

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Paolo Colantoni