Ucraina, parla Commissario europeo per gli affari economici e monetari nella Commissione von der Leyen, Paolo Gentiloni. Lo ha fatto rilasciando una intervista a ‘La Repubblica’
In merito alla situazione che sta accadendo in Ucraina per via dell’invasione e dell’attacco da parte della Russia, anche Paolo Gentiloni ha voluto dire la sua. L’ex presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano ‘La Repubblica‘. Come riportato in precedenza si è soffermato su quello che sta accadendo nel paese orientale, ma anche sul fatto che proprio l’Europa sta vedendo che in atto c’è uno scontro tra autocrazia e libertà.
Ovvero l’antidemocrazia contro la democrazia. Ha voluto definire la resistenza di Kiev come la resistenza dei “nostri valori“. A Bruxelles, dove dal dicembre del 2019 ha l’importante ruolo di Commissario europeo per gli affari economici e monetari nella Commissione von der Leyen ci ha tenuto a ribadire che da quasi un mese se ne stava parlando. Di cosa? Della possibile invasione da parte di Putin in Ucraina.
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Per quanto riguarda il negoziare? “E’ sempre utile, ma chi ha attaccato violando le regole internazionali non può essere messo sullo stesso livello di chi ha subito l’attacco”. Sulla possibile precondizione di un accordo ci ha tenuto a precisare inoltre che: “Non può essere l’imposizione a Kiev di un governo illegittimo e gradito a Mosca. L’Ue non può disporsi ad un logica di appeasement di fronte a questa aggressione. Questa è una sfida anche a noi. E non possiamo rispondere da sonnambuli“.
L’Unione Europa, si augura Gentiloni, che può e deve uscire da questa crisi partendo da due obiettivi importanti: Energia e Difesa. Anche l’Ungheria di Orban: “è riuscita a captare questa grande minaccia“. Sanzioni? “Sarà molto pesante per molti mesi, ma è l’unica alternativa alle risposte militari. Per l’economia russa sarà devastante e potrebbe portare ad una dipendenza di Mosca dalla Cina“.
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Sullo Swift, come ha annunciato anche Josep Borrell, ci stanno ancora lavorando sulle banche da “punire”. La risposta europea non cesserebbe, infine, nel caso in cui i russi occupassero militarmente tutto il Paese o se dovesse essere insidiato un governo fantoccio.