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Politica

Guerra Russia-Ucraina, anche la Svizzera rompe la storica neutralità

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Marco Ercole

Il Paese elvetico abbandona il suo isolamento e si allinea con il resto dell’Europa contro Putin. Le parole del presidente Ignazio Cassis: “Ha violato in maniera flagrante il diritto internazionale di sovranità di uno Stato”

Anche questo, a suo modo, è un qualcosa di storico. Per una volta pure la Svizzera ha abbandonato la sua consueta posizione neutrale, schierandosi in favore dell’Ucraina. Il piccolo stato europeo, infatti, è sempre rimasto all’esterno di qualsiasi conflitto, ma in questa circostanza ha voluto sottolineare che ciò non significa il dover essere per forza di cose indifferenti.

Il presidente della confederazione svizzera Cassis (Ansa)

Una svolta epocale, annunciata dal presidente della Confederazione, Ignazio Cassis. È stato proprio lui a parlare di un “molto probabilecongelamento dei beni posseduti dai cittadini russi nel Paese, eliminando così anche quella potenziale ancora di salvezza per la Russia dopo le procedure attuate dalla Nato per mettere il Cremlino in ginocchio dal punto di vista economico.

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Svizzera contro la Russia

Ignazio Cassis, presidente della Confederazione elvetica (Ansa)

Un cambio di rotta decisivo della Svizzera rispetto alle mosse precedenti, certamente molto più caute e coerenti con la propria storia. Fino a questo momento infatti lo Stato elvetico aveva solamente imposto il divieto di intrattenere rapporti d’affari con circa 300 cittadini russi e 4 banche, lasciando di fatto ai tanti clienti da Mosca la possibilità di operazioni con le banche svizzere. Un po’ la stessa cosa che accadde in occasione della Seconda Guerra Mondiale, quando continuò a intrattenere rapporti economici con la Germania di Hitler. Stavolta la storia del Paese ha preso un corso diverso, perché Berna ha deciso di abbandonare il suo isolamento (richiesto a gran voce dalla destra nazionalista) e di allinearsi con il resto d’Europa. “Neutralità non significa indifferenza“, ha sottolineato il presidente Ignazio Cassis, che ha accusato senza troppi giri di parole la Russia di aver violato “in maniera flagrante il diritto internazionale e la sovranità di un altro Stato“.

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