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Curiosità

Joe Bastianich al confine in Ucraina: “Scene apocalittiche, servono aiuti”

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Marco Ercole

La testimonianza del noto chef statunitense, oggi inviato de Le Iene, andato per la trasmissione al confine con la Polonia del Paese sotto attacco della Russia: “Qui ci sono scene apocalittiche, da seconda guerra mondiale”

Lo abbiamo visto come chef, poi come giudice di Italia’s Got Talent e adesso anche come inviato per Le Iene. Joe Bastianich, imprenditore newyorkese ma con entrambi i genitori italiani, esuli istriani, non è certo uno che ama starsene con le mani in mano e ha dimostrato tutta la sua duttilità ancora una volta, andando a girare un servizio in questa nuova collaborazione proprio al confine tra Ucraina e Polonia. Ed è lì che Bastianich ha potuto vedere con i suoi occhi l’orrore della guerra attualmente in corso, con persone disperate alla ricerca di un posto sicuro dove andare. Lo ha raccontato in un video pubblicato sul suo profilo Instagram, raccontando di vedere gente a cui mancano “cibo, acqua, coperte, pannolini” e definendo il tutto come “scene da seconda guerra mondiale“.

Joe Bastianich, oggi inviato de Le Iene (Ansa)

Lo statunitense è entrato nel dettaglio parlando di una “situazione apocalittica” e al tempo stesso durissima, con famiglie costrette a separarsi al confine in quanto a tutti gli uomini tra i 18 e 60 anni è richiesta la permanenza all’interno dell’Ucraina per difendere il Paese dall’attacco russo. Così a uscire sono solo donne, bambini e anziani, che “impiegano 30 ore a superare il confine e poi camminano nei boschi, perché in Polonia non sanno dove andare“.

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Bastianich al confine

L’imprenditore statunitense Joe Bastianich (Ansa)

Già, perché a quel punto la situazione si fa sempre più complicata. Se non hanno nessuno ad aspettarli per loro inizia un nuovo calvario e l’automatica trasformazione in profughi di guerra. Bastianich assicura di aver visto automobili “da tutta Europa” per recuperarli, ma non tutti sono così fortunati da avere qualcuno per poterli venire a prendere. Ecco il motivo per il quale quello che inizialmente doveva essere un “semplice” servizio televisivo, per lui si è trasformato in una vera e propria missione umanitaria: “Con i passaporti americani e italiani si fa meno coda, quindi noi della troupe stiamo portando generi di prima necessità alle famiglie“. Il problema è che le disponibilità di queste risorse è sempre meno, sebbene i “cittadini polacchi stiano aiutando moltissimo“, accogliendo le persone in fuga e dando loro una mano. Lo stesso discorso vale per la polizia polacca, che sta facendo “passare con facilità chi può dare una mano“.

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