Per comprendere cosa stia accadendo in Ucraina è necessario guardare non tanto alle conseguenze, ma alle cause di questo scontro.
Anche in Italia ha preso piede la narrazione secondo cui Putin avrebbe attaccato l’Ucraina come risposta all’avanzata della Nato fino ai confini russi. Negli Stati Uniti da anni si discute se sia effettivamente legittimo questo allargamento dell’alleanza atlantica, che potrebbe portare ad una serie di attacchi, destinati a far crollare una pace che dura ormai da quasi settanta anni.
Molti hanno condannato la volontà di includere nella coalizione occidentale numerosi paesi un tempo membri del Patto di Varsavia. Anche in questi giorni, sono state ricordate le parole di Henry Kissinger sull’errore di volere ampliare i confini della Nato utilizzandole come arma di autocritica di un Occidente che si è spinto troppo oltre, quasi a voler provocare il conflitto, che rischia di deflagrare giorno dopo giorno.
La vera paura di Putin e la sua grande sconfitta
Alla fine della Guerra fredda c’erano margini per creare una nuova alleanza che includesse anche la Russia. Come accaduto ad esempio con il G7 (diventato G8). Quando i Paesi Baltici entrarono nella Nato, tra Russia e America correva buon sangue, come anche al tempo dell’attentato alle Torri Gemelle. Si era vicini a un’intesa. Con l’invasione della Georgia nel 2008, però, tutto cambiò. Perché?
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La spiegazione l’ha offerta Federico Rampini sul Corriere della Sera, sottolineando che a suo avviso la vera paura di Putin è stata riposta in una perdita di consenso in seguito ai movimenti di popolo che si stavano creando in quel frangente storico, culminati con la rivolta di piazza Maidan nel 2014.
Di fatto, però, quelle rivolte sono state appoggiate dall’Occidente e in particolare dagli Usa, ricorda Rampini. Però resta il fatto che dietro quei moti c’era un vero disagio nella popolazione. La grande sconfitta di Putin, in questi anni, è stata quindi una mancata modernizzazione economica del Paese. Mentre l’unico vero miglioramento russo si è visto nel settore militare, nelle forze armate e nell’avanzamento in molti Paesi, compresa l’Africa.
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Nel frattempo, però, l’economia diventava sempre meno aperta al mondo e sempre più autarchica. Cosa avverrà ora diventa impossibile da prevedere. In palio ci sono molti interessi, che riguardano Putin, la Russia ma anche tutti noi.