Ucraina, la storia di papà Marco ai suoi bimbi: “E’ tutto un gioco”

Ucraina, dalle strade per raggiungere il confine con la Polonia arrivano i video, le foto ed i messaggi di Marco Gallipoli. Un italiano costretto a scappare, a piedi, per la salvezza insieme ai suoi bambini

Ucraina, fuga da Kiev da parte della popolazione
Ucraina, fuga da Kiev (screenshot video YouTube)

Proprio come in un film. Magari lo fosse. Tutto vero (purtroppo) quello che sta accadendo in Ucraina. Invasione, bombardamenti e attacchi. Morti, tantissimi morti: sia tra civili che militari locali e russi. Poi la fuga da Kiev e da altre città senza alcuna destinazione. Senza sapere dove andare, dove ripararsi. Lasciarsi tutta una vita costruita alle spalle, abitazioni, lavoro ed altro lì dove è tutto distrutto.

Più di centomila (donne, uomini e bambini) si sono incamminati a piedi per raggiungere, quanto prima, la Polonia ed altre nazioni vicine per sentirsi più al sicuro. Poi arriva la storia di un papà italiano che viveva in Ucraina e si è incamminato insieme ai loro figli per allontanarsi dalla guerra.

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Si chiama Marco Gallipoli e, per cercare di non far spaventare i suoi bambini, ha voluto prendere ispirazione da Roberto Benigni in uno dei suoi capolavori. Ovviamente il riferimento è ‘La vita è bella‘.

Ha trasformato un momento drammatico in un vero e proprio gioco solo per l’amore dei suoi figli che, anche se ancora troppo piccoli, hanno ben capito quello che stava accadendo. Di mestiere fotografo si è trasferito a Leopoli per amore. Insieme ad Aurora e Flavio (rispettivamente di 7 e 9 anni).

Ucraina, la storia di papà Marco e dei suoi figli in fuga da Leopoli

 Come ha spiegato in un filmato postato sul suo profilo Facebook ha spiegato che sua moglie è rimasta lì per aiutare gli altri profughi e che non ha mai pensato di lasciare il paese. Marco tornerà in Italia anche se per poco. Prima il volo per gli Stati Uniti D’America. Poi la speranza che il tutto possa sistemarsi per ritornare a Leopoli.

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Il loro viaggio è lungo per chi sarà costretto a camminare a piedi. 30 km con zaino e quelle poche cose che sono riuscite a portarsi via. “Guardate che bello bambini, quanta gente ci sta aspettando“. Proprio come se tutto fosse un gioco. Poi l’arrivo al confine con la Polonia. Con la speranza di poter tornare (molto presto) in Ucraina e riabbracciare sua moglie e la mamma dei suoi bambini.

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