Lo scorso novembre la crisi dei migranti tra Polonia e Bielorussia. Una mossa da parte di Putin per acuire le divisioni all’interno dell’Ue? Ecco cosa sappiamo.
L’invasione della Russia in Ucraina è avvenuta nella notte tra il 22 e il 23 febbraio, ma il piano di Putin di entrare a Kiev potrebbe risalire ormai a diversi mesi fa. In particolare allo scorso novembre con la crisi dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia.
In quel periodo Minsk spingeva decine di migliaia di persone verso la Polonia e nel frattempo lo stesso Lukashenko, da sempre in ottimi rapporti con Mosca, ricattava l’Unione Europea e cercare di mettere definitivamente fine ai rapporti, già tesi, tra Bruxelles e Varsavia.
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Una vicenda che potrebbe avere un chiaro collegamento con l’invasione dell’Ucraina decisa da Putin. Secondo il giornalista Volpe, il presidente russo ha utilizzato la crisi dei migranti per aumentare le divisioni all’interno dell’Ue e successivamente decidere di attaccare l’Ucraina.
Lo scontro tra Bielorussia e la Polonia è scoppiata ufficialmente a fine novembre, ma la tensione risale già da giugno quando Minsk ha facilitato i flussi migratori per consentire a queste persone di raggiungere senza particolari problemi i Paesi dell’Unione Europea.
Una decisione che non è mai piaciuta a Varsavia e da qui è nato un vero e proprio braccio di ferro. Ad alzare ancora di più lo scontro è stato il presidente Lukashenko, da sempre al fianco della Russia e del suo presidente Putin, ricattando l’Unione Europea e soprattutto alimentando la tensione, già alta, tra Varsavia e Bruxelles.
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Una strategia condivisa anche dal Cremlino e che potrebbe avere uno stretto collegamento con la decisione di Mosca di invadere l’Ucraina. L’obiettivo di Putin, infatti, era quello di aumentare le tensioni all’interno dell’Unione Europea per poi riuscire ad attaccare Kiev.