Sulla situazione che si sta verificando in Ucraina anche il direttore del quotidiano ‘Libero’, Vittorio Feltri, ha voluto dire la sua in merito. Un pensiero che è stato approvato dalla maggior parte delle persone
Il direttore di ‘Libero‘, Vittorio Feltri, ha voluto dire la sua in merito alla guerra che si sta verificando in Ucraina. Come tutte quelle che ci sono state in passato il giornalista ci ha tenuto a ribadire che questo conflitto è del tutto “inutile“. Anche se, in tutto questo, per lui c’è solamente una nota positiva che riguarda il mondo del giornalismo e delle televisioni. Quale? Che non si parla più di Covid. Ovvero, se ne parla comunque ma non come prima. L’argomento della guerra ha “messo perfino a tacere i no-vax“.
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Si parla delle tantissime vittime che ci sono nel paese orientale. Un numero impressionante che crescerà drasticamente visto che si continua a combattere. Poi una tirata di orecchie anche agli italiani: “Crescono i sostenitori di Putin e anche quello dei suoi nemici. Il nostro Paese è arretrato. Sentire parlare il capo del Cremlino è come riascoltare i comizi di Hitler, Stalin e Mussolini“.
Le immagini che arrivano dalle città ucraine, di militari e civili che combattono e di donne e bambini che scappano verso la pace fanno male al cuore. Anche se lo stesso Feltri, come la maggior parte delle persone, ancora non si capacita del fatto del perché accada tutto questo. “I Paesi dell’Est per noi sono un mistero. Li guardiamo in tv con diffidenza, salvo partecipare con solidarietà quando i tg trasmettono scene strappacuore mentre mangiamo“.
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Una cosa che sappiamo di Putin? “E’ amico di Berlusconi. Zelensky? Prima di fare il presidente era un attore comico, per il resto buio fitto. Al solo pensiero che si sta meditando di azionare il nucleare ci tremano i polsi“. Poi un messaggio al numero uno ucraino: “Non faccia il bullo, si arrenda: meglio sconfitto che morto“.