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Politica

“Né con la Russia, né con la Nato”: e il Pd scende in piazza

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Chiara Feleppa

All’incontro c’erano molti esponenti del Pd che hanno ignorato quanto richiesto dal segretario

Sabato scorso, il 26 febbraio, Alessandria è scesa in piazza per dire no alla guerra in Ucraina, come accaduto in moltissime altre città d’Italia. Manifestazioni di pace si sono svolte quasi ovunque, ma non sono mancati degli scivoloni. A Cassino, ad esempio,
alla preghiera per la pace svoltasi domenica sera nella chiesa di San Giovanni è comparsa anche una bandiera di nazionalisti di estrema destra ucraina.

Anche ad Alessandria le polemiche non sono mancate. A far discutere è stato lo slogan della manifestazione in Piazza della Lega: “Né con la Russia, né con la Nato”, questo il motto della manifestazione che ha visto riuniti Adl Cobas, Fridays For Future, Non Una di Meno, il Laboratorio sociale di Alessandria, la sigla di Cgil. Il segretario del Pd di Alessandria, Antinucci Rapisardo, ha deciso – in virtù dello slogan che si oppone anche alla Nato – di non prendere parte alla mobilitazione, perché contrario allo slogan di quell’evento, certamente contrario alla guerra di Putin ma anche alla Nato. “Il Pd è a fianco dell’Ucraina, dell’Europa e della Nato. Il Pd non sposa la causa ma ammette l’ambiguità e forte della sua coesione non sarà presente”, ha detto Antinucci qualche giorno prima della manifestazione.

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In piazza della Lega, però, il pensiero di Antinucci è stato praticamente ignorato, oltre che non condiviso da molti che si sono smarcati dal segretario. All’incontro c’erano molti esponenti del Pd che hanno ignorato quanto richiesto dal segretario. C’erano il candidato sindaco del Pd Giorgio Abonante; il consigliere regionale Domenico Ravetti; Paolo Berta capogruppo Pd del consiglio comunale. L’appello di Antinucci, insomma, è stato ignorato.

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“I fatti che arrivano dall’Europa dell’Est sembrano portare alla luce le contraddizioni dei Dem” – scrive Hoara Borselli sulle pagine de Il Commento – “Se da un lato questa guerra sta destabilizzando i confini geopolitici mondiali, dall’altro sta portando alla luce palesi contraddizioni tra le file dei democratici. Il conflitto ha risvegliato un sentimento nazionale di protesta e vicinanza al popolo ucraino che si traduce nella voglia di scendere in piazza. Ma i dem hanno un problema”. 

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Chiara Feleppa