La guerra di Putin ha cambiato e stravolto le vite di tutti gli ucraini e non è da meno un ragazzo che decide di andare a combattere
Putin ha cambiato e stravolto la vita di tante persone. Ha creato caos e scatenato violenza in un paese dove, tra le altre cose, si faceva anche arte, si cantava, si suonava e si ballava. E a Kiev, la capitale dell’Ucraina, era, è e resta nello spirito una città d’arte, un posto dove, storicamente, scrittori, pittori, scultori e anche ballerini esprimevano i loro stati d’animo, ma la guerra sta spazzando via tutto, non l’anima e il patriottismo. Lo incarna per bene il primo ballerino della National Opera dell’Ucraina, Oleksii Potiomkin, che di fronte all’intensificarsi del conflitto ha deciso di mollare tutto e impegnarsi direttamente per difendere il proprio Paese.
La sua storia e le sue fotografie stanno facendo il giro del web ricevendo il plauso di colleghi impegnati nel mondo della danza e non solo. Dal palco del teatro dell’Opera al campo di battaglia, dalla leggiadria della sua danza agli orrori della guerra. Questa la scelta dell’étoile ucraino Potiomkin, subito condivisa da diversi utenti sui social.
Hanno fatto il giro del web le foto del giovane che dimostrano la sua trasformazione da ballerino a patriota: una in abiti di scena con calzamaglia e mezze punte, e l’altra vestito in abiti militari con tuta mimetica, berretto e fucile davanti a un paesaggio innevato. Sul suo profilo facebook, il ballerino posta foto in continuazione di quello che fa ogni giorno. Una storia che ha commosso il mondo, soprattutto i suoi colleghi. In molti, infatti, ne sottolineano il coraggio e lo ringraziano, tra loro anche la stella della danza italiana Eleonora Abbagnato che ne condivide gli scatti sul suo profilo Instagram.
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L’impegno del ballerino nella resistenza ucraina è testimoniato dallo stesso Potiomkin . Due giorni fa il ballerino aveva pubblicato una foto in cui posava in abiti militari insieme a un altro soldato e due bambini, oltre a un video in cui si vedevano alcuni carri armati, presumibilmente russi, colpiti dalla controffensiva ucraina. Del resto, non è il momento della musica quando il rumore della guerra avanza.