Ucraina, Urso ( Copasir) : “Allarme sui dati, cybersicurezza è debole”

Adolfo Urso, presidente del Copasir, interviene sui possibili sviluppi del conflitto russo ucraino 

La cybersicurezza è debole. A dirlo sulle pagine de Il Giornale il presidente del Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, intervistato da Il Giornale, sulla questione del conflitto russo ucraino.

“Nessuno immaginava si potesse giungere a tanto, una guerra di invasione nella nostra Europa su così vasta scala. Se errori sono stati fatti – dice Adolfo Urso, Fdi, riferendosi a Putin e a quanto sia stato sottovalutato dalle altre potenze – si tratta di errori politici e riguarda tutti noi”.

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“Il Copasir aveva evidenziato la postura aggressiva della Russia pure nei Balcani e nel Caucaso, nel Mediterraneo e nel Sahel, anche con l’utilizzo del Wagner. Nessuno pensava di vedere missili e carri armati sulle strade di Kiev, così come forse Putin non immaginava la resistenza armata della popolazione ucraina”, prosegue. I rischi maggiori per l’Italia, sostiene Urso, sono sul fronte cybernetico e della sicurezza: “Abbiamo creato da poco l’Agenzia nazionale per la cybersicurezza colmando una lacuna decennale rispetto a Francia e Germania, che ha agito su questo fronte. Dobbiamo realizzare al più presto il cloud nazionale per mettere in sicurezza i nostri dati e realizzare la banda larga a controllo pubblico”.

Il secondo fronte è quello dell’approvvigionamento energetico, sul quale il Copasir aveva lanciato un allarme: “Siamo troppo dipendenti dal gas russo che passa proprio dal gasdotto in Ucraina. Abbiamo scorte significative ma dobbiamo agire in fretta, raddoppiando la produzione di gas nazionale riattivando le centrali a carbone, aumentando la fornitura da Algeria, Libia, Qatar, Azerbaijan. Dobbiamo sbloccare i progetti di nuovi impianti solari ed eolici attraverso il potere sostitutivo dello Stato, rivedere le gare nel settore idroelettrico per incentivare investimenti per una migliore tecnologia, realizzare le centrali di accumulo e impianti produttivi di batterie elettriche e poi in fondo la fusione nucleare”. 

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