Vittorio Grigolo, il dramma: “Paura per la mia compagna in fuga dall’Ucraina”

Il tenore Vittorio Grigolo, tra le lacrime, ha raccontato le ore di paura per la sua compagna, in fuga dall’Ucraina 

La compagna di Vittorio Grigolo – Stefania Seimur – si trova ora in Polonia, dopo essere riuscita a fuggire dall’Ucraina. “Stefania, al momento, ha passato il confine. E’ a Varsavia, la situazione è molto difficile, ieri c’era da decidere cosa fare in quanto l’avanzamento dei russi verso Kiev era molto pesante. Chi ha capito la difficoltà, è saltato sul treno della vita, chiamiamolo così, per andare ai confini più sicuri. Uno di questi è la Polonia”, ha detto il tenore in diretta a Storie Italiane, questa mattina, su Rai 1.

“Adesso lei ha passato il confine, siamo più sollevati. Sappiamo che è salva, ma la cosa che ci preoccupa di più è la nostra salvezza, l’armonia, la pace, l’unione. Non è facile trovare un equilibrio. Quando si parla di organismi che decidono, di superpotenze, noi non abbiamo un grande peso”, prosegue Grigolo collegato da Vienna dove si trova per la Tosca. Tra le lacrime, il tenore ha ricordato il dramma dei bambini tentando di mettersi in contatto con la sua Stefania.  “Non possiamo continuare ad essere indifferenti, continuare a vivere la nostra vita facendo finta che tutto questo non stia accadendo. Non c’è né odio né amore nell’indifferenza. Deve esserci un’unione di persone nel mondo”, ha proseguito Grigolo.

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“Quando si vuole arrivare a un risultato bisogna essere tutti uniti. Se si vuole la pace, distogliersi per un attimo dalle proprie cose potrebbe essere possibile, per essere uniti in un messaggio solidale, che è quello della non guerra. Mi dispiace vedere da cristiano e da cattolico accusate persone che non c’entrano, come la cantante russa con cui stavo cantando sul palcoscenico. Cosa c’entra una cantante in un teatro con ciò che sta accadendo a livello politico e geopolitico?”, prosegue il tenore.

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Grigolo ha raccontato dei giorni di tensione prima di salire sul palco e del gesto verso la compagna di duetto: “Siamo artisti, siamo nati per regalare un sorriso e per portare amore. Dietro al palco, stacchiamo la spina ed entriamo. Sentivo la sofferenza e il peso che aveva la mia compagna sul palco, che stava vivendo ‘da accusata’ questo momento, essendo russa. Vedere il suo popolo in guerra con un altro popolo, vedere i morti, vedere le immagini nude e crude l’ha portata a soffrire molto, internamente. Il mio abbraccio verso di lei era un segno di pace. La pace deve essere tra i due popoli. L’arte deve essere una medicina”. 

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