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Angelo Stramaglia: “Vi spiego l’Ultimo Pontefice”

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Paolo Colantoni

Intervista all’autore del libro destinato a diventare un vero e proprio best seller: “Un argomento che fa riflettere”

Ilaria Solazzo, che ha già recensito per noi il libro di Angelo Stramaglia, l’Ultimo Pontefice, ha intervistato l’autore, cercando di svelare alcuni segreti sull’opera. “Il libro ha visto la luce nella primavera del 2018 ed ho voluto cimentarmi con questa vicenda a seguito della lettura di un saggio dedicato al Cronovisore, scritto da un teologo francese, padre Francois Brune. Mi colpì ed affascinò moltissimo, benché avessi già sentito parlare di questa avveniristica macchina realizzata da padre Ernetti, pur trattandosi di un argomento controverso, con opinioni, a riguardo, totalmente contrastanti”.

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Quanto tempo hai impiegato per realizzarlo?
“Circa otto mesi di lavoro”.

Il tuo testo cosa può insegnarci?
“Credo che possa, se non insegnare, quantomeno provare ad indurre il potenziale lettore ad interessarsi a tematiche sulle quali sarebbe bene, a mio modesto parere, interrogarsi e porsi dubbi molto più numerosi di quanti solitamente non ci si ponga, soddisfatti della versione comoda e rassicurante fornita dai media”.

Che rapporto hai tu con la Chiesa e con Dio?
“L’immagine divina creata la portiamo nella nostra natura umana, nell’essere che abbiamo ricevuto, ma la somiglianza con Dio dobbiamo averla nel nostro vivere, in quello che dobbiamo diventare. È evidente che la nostra vita non ce la siamo data noi e che la nostra esistenza non dipende da noi. “Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? E se l’hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l’avessi ricevuto?” (1 Cor 4,7). Non c’è nulla in noi che non abbiamo ricevuto e che riceviamo, istante per istante, da Dio. Non siamo padroni, ma “amministratori dei misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele” (1 Cor 4,1-2). Io credo in Dio, ma non credo negli uomini che gestiscono la Chiesa. Tutto ciò che Dio ci dà è il suo Amore in forma di dono: il corpo e l’anima, le nostre facoltà, i nostri sensi, le nostre membra, ogni pensiero, ogni palpito, ogni respiro…, per non dire poi di tutto il Creato: “tutto è vostro, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio” (1 Cor 3,22-23), “dono di Lui e del suo immenso Amor”. Dalla testa ai piedi, l’elenco sarebbe senza limiti. Giustizia vuole che ne prendiamo atto e che a questo “diluvio” d’Amore Divino rispondiamo con un ringraziamento e una risposta d’amore per ogni cosa”.

Relativamente alla questione del Piano Kalergi, Euro ed Ue cosa puoi dirci?
“Il cosiddetto “Piano Kalergi” prende il nome dal conte Kalergi, filosofo austriaco, il quale fondò nel 1922 l’Unione Paneuropea, propugnando la necessità di un’integrazione tra tutti i popoli al fine di favorirne una pacifica convivenza. Secondo alcune teorie del complotto in realtà tale integrazione non sarebbe che un pretesto. Il vero obiettivo sarebbe l’annullamento delle identità locali e nazionali, imponendo ovunque una sorta di meticciato etnico, al fine di sostituire le popolazioni europee con quelle asiatico-africane, in modo tale da ottenere una massa indistinta di docili individui consumatori, piegati al mercato globale. Secondo tale teoria, l’immigrazione di massa era un fenomeno già da tempo programmato, voluto ed incentivato dalle elites globaliste al potere, per realizzare un melting-pot etnico e culturale privato di qualsivoglia specificità ed identità. In tal modo, la massa indistinta di individui sarebbe più facilmente controllabile e manipolabile, nonché ricattabile in quanto precarizzata e sottopagata, ridotta ad un gregge piegato alle leggi di mercato. Lo stesso Kalergi, nel suo libro “Praktischer Idealismus”, dichiara che gli abitanti degli Stati Uniti d’Europa non sarebbero stati i popoli originari di tale area, ma una mescolanza razziale asiatico-africana, per creare un gregge multietnico privo di specificità e dunque più facilmente manipolabile dalle elites al potere. Egli afferma: ‹‹L’uomo del futuro sarà di sangue misto. La razza futura eurasiatica-negroide, estremamente simile agli antichi egiziani, sostituirà la molteplicità dei popoli con una molteplicità di personalità. Ciò che in tutti i luoghi la gente deve fare è praticare la limitazione delle nascite e i matrimoni misti tra razze differenti, in vista di creare una sola razza in un mondo unico dipendente da un’autorità centrale››.

Dal 2002, anno di debutto dell’Euro, si è verificata una distruzione delle economie europee, in particolar modo quelle dei paesi dell’area mediterranea, dove si sono impennati notevolmente i tassi di disoccupazione giovanile, con un contemporaneo crollo dei livelli della produzione industriale e dei consumi. L’Euro, la moneta unica europea, fu una creazione di un economista francese, Francois Perroux, un filonazista collaborazionista del regime di Vichy. Nel 1943 Perroux elaborò una bozza di trattato e l’idea di una moneta unica, in una fase storica nella quale Francia e Germania erano sottoposte alla dittatura nazista. L’obiettivo dell’economista era quello di creare una moneta unica che potesse soppiantare le economie europee più deboli, dando le chiavi del dominio economico europeo all’asse Berlino-Parigi. L’Ue, a sua volta, fu la realizzazione del sogno di due economisti francesi, Schuman e Monnet. Il primo, lobbista dell’industria pesante francese e legato al mondo del carbone e dell’acciaio tedesco. Il secondo, un banchiere. Al progetto Euro – Ue si sarebbe più tardi affiancato il ministro delle finanze del governo Mitterrand, Jacques Attali, mentore di Macron, il quale in diverse occasioni non esitò a manifestare il proprio disprezzo per le classi sociali meno abbienti, arrivando persino ad affermare: ‹‹Io odio i poveri›› e ‹‹Cosa credeva la plebaglia europea? Che l’Euro fosse stato fatto per la loro felicità?›› Costui è uno di coloro che hanno provveduto alla stesura del famigerato Trattato di Maastricht, nel 1992, ispirato dalla bozza iniziale realizzata nel 1943 da Perroux e che vincola gli Stati, non più sovrani, a non spendere per i propri cittadini. Come peraltro sostiene l’economista francese Alain Parguez, l’Euro è stato concepito come un piano totalitario, secondo il quale gli Stati devono scomparire e il potere deve essere assegnato ad una classe di tecnocrati capitalisti. L’idea fondamentale è quella di privatizzare gli Stati, assoggettandoli al mercato. L’Ue difatti è stata realizzata attraverso l’induzione ad una deflazione permanente, con una progressiva riduzione della spesa pubblica. Per i tecnocrati al potere l’obiettivo era la realizzazione di una sorta di condominio europeo composto da Francia e Germania, dominatori di un impero coloniale costituito dal resto dell’Europa orientale e meridionale. Questa impalcatura sovranazionale avrebbe dovuto reggersi su una moneta unica, interamente controllata da una banca centrale che godesse di potere assoluto nel sovrastare gli stati, la BCE. La privatizzazione degli Stati avrebbe fatto si che essi divenissero obbligati a chiedere in prestito denaro, ai tassi di interesse stabiliti dalle banche stesse, vendendo ad esse titoli. Il trattato di Maastricht e il Patto di crescita e stabilità approvati nel 1992 da Sarkozy e Merkel, basato su quello di Perroux del 1943, ha sancito la realizzazione degli obiettivi da tempo fissati, ovvero l’assoggettamento degli Stati alle banche private, obbligandoli a tagliare drasticamente la spesa pubblica. Le banche tuttavia continuano a perdere denaro, non a causa del debito pubblico, ma a causa del collasso globale dell’economia reale.

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