La Russia fa guerra all’Ucraina e ora nessuno vuole più il suo petrolio

Il petrolio russo fatica a trovare acquirenti, a causa del pericolo delle sanzioni che mettono in allarme anche le compagnie di trasporto

Nessuno vuole più il petrolio russo. Già, perché una settimana dopo l’invasione dell’Ucraina, il petrolio russo fatica a trovare acquirenti a causa soprattutto delle sanzioni finanziarie imposte al Paese, che hanno inferto un duro colpo all’economia russa e scoraggiato gli investimenti. L’impatto delle sanzioni occidentali hanno inciso, anche se indirettamente, anche sul settore petrolifero. Paralizzato anche il trasporto merci da e per la Russia con Msc, primo operatore container al mondo, che ha annunciato l’interruzione di tutte le prenotazioni di trasporto merci da e per la Russia.

Tra un aumento dei prezzi e una paralisi del sistema economico russo, la sensazione è che a lungo termine le sanzioni strangoleranno l’economia di Mosca, con effetti indiretti anche sugli oligarchi che, prima o poi, si chiederanno se è loro interesse continuare a sostenere Putin. Come riporta Bloomberg, le offerte di petrolio russo al di sotto delle quotazioni sono andate deserte e diverse compagnie di navigazione temono di pagare sanzioni se accettano il petrolio russo. L’export, insomma, è bloccato.

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Circa il 70% del commercio di petrolio russo è congelato, la gran parte delle grandi società non tratta il greggio di Mosca e solo poche raffinerie in Europa e società di trading sono ancora sul mercato”, dice la società di consulenza Energy aspect a Il Fatto Quotidiano. La Russia, il secondo esportatore mondiale, dietro l’Arabia Saudita, è “capace” di paralizzare il 70% del mercato, “con un impatto particolarmente forte sulle vendite marittime“, spiega Livia Gallarati, analista di Energy Aspects. Per ora, spiega l’esperta, le sanzioni occidentali contro la Russia hanno in qualche modo aggirato il settore energetico, cruciale per l’Europa. La Germania, ad esempio, importa il 55% del suo gas da Mosca.

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Il timore dei Paesi dell’Ue è quello di ritrovarsi non volendo a co-finanziare l’aggressione di Vladimir Putin a Kiev. Come? Pagando a Mosca le forniture di gas, petrolio e carbone a prezzi esorbitanti in moneta forte.

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