Sanchez, nel discorso alle Camere, ha così smentito quanto dichiarato poche ore prima sull’invio di armi
Alla fine la decisione è stata presa. Pedro Sanchez, primo ministro spagnolo, in Parlamento, ha ufficializzato l’invio di armi da parte della Spagna a sostegno della resistenza Ucraina. Il Premier ha così annunciato il sostegno all’Ucraina che si concretizzerà con l’invio di armi, seguendo la decisione degli altri Paesi occidentali.
“La Spagna anche invierà armi offensive alla resistenza dell’Ucraina”, ha detto Sanchez che non ha risparmiato un duro attacco a Vladimir Putin: “Disprezza la democrazia, non vuole che l’Europa si rafforzi. Però noi siamo uniti come mai. E’ in gioco la forza dell’Unione Europea”. Sanchez ha aggiunto che le misure adottate e quelle che verranno prese in futuro “avranno un costo” per l’economia spagnola ed europea.
Sanchez, nel discorso alle Camere, ha così smentito quanto dichiarato poche ore prima, quando aveva affermato – in un’intervista alla tv pubblica – di non avere intenzione di fornire materiale bellico offensivo a Kiev, ribadendo la posizione della ministra della Difesa Margarida Robles. “La Spagna sosterrà gli ucraini con materiale umanitario, 20 tonnellate di materiale sanitario e per la difesa e nuovi permessi di soggiorno. Quanto alle armi – aveva aggiunto – la Spagna ne manderà solo all’attivazione del fondo“. Il riferimento è al Fondo europeo per la Pace, di cui la Spagna è quarto contributore. “Crediamo nella pace e la pace non si fa con le armi”, diceva Sanchez. Ma erano solo parole.
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All’indomani del suo discorso, il premier ha ritrattato: “Non potevo accettare che gruppi parlamentari sostenessero che la risposta del mio governo alla crisi ucraina fosse timida e visto che per me l’unità è importante vi anticipo che la Spagna invierà alla resistenza ucraina materiale offensivo”. Felici i socialisti, meno le ministre di Podemos, contrarie all’invio di armi.
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Secondo i ministri di sinistra il premier si sarebbe fatto tirare dai Popolari, che vogliono aumentare le spese militari. “In una democrazia liberale fatta di pluralità e diversità c’è chi ci accusa di avere posizioni diverse su temi importanti come l’invio di armi. A me sembra che in un dibattito aperto c’è chi come Unidas Podemos considera che non sia giusto, anche se io credo si sbagli. Il problema dell’Europa è Putin“. Ma a dare sostegno alla mossa di Sanchez è stata Yolanda Diaz, ministra del Lavoro e vicepresidente del Governo: “Sanchez può contare sul nostro appoggio. Ogni mezzo per far cessare la guerra è pienamente condiviso”.