Il chimico italiano, parla dei rischi sulla centrale nucleare ucraina: “Bisogna avere paura e sperare che non succeda nulla, altro che Chernobyl”
Da quando c’è stato l’attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina, il mondo e soprattutto l’Europa trema. Il rischio di un incidente nucleare è troppo alto, anche perché “non è mai successo che una centrale nucleare sia al centro di uno scenario di guerra“. A parlare così, in maniera preoccupata, è il noto chimico e dirigente del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) Nicola Armaroli che a Notizie.com spiega tutto quello che può accedere. “Il primo rischio, potenzialmente che si può correre, è che venga deliberatamente centrato il reattore della centrale, che, come la centrale di Chernobyl, ha una diversa tecnologia ma la stessa taglia dell reattore ucraino. Può succedere un disastro. L’altro pericolo di quel reattore, come di tutti, sono le piscine dove vengono stoccati, momentaneamente per raffreddarsi, le barre di combustibile esausto quelle che vengono usate dentro il reattore e sono quelle meno protette del nocciolo del reattore“.
Il professor Nicola Armaroli, direttore della rivista scientifica Sapere e membro dell’Accademia Nazionale delle Scienze, spiega in maniera approfondita: “Il nocciolo è sopra una cupola d’acciaio che però non è stato certo pensato per reggere a un attacco di artiglieria pesante può essere protetto, ma fino a un certo punto. Sono strutture che hanno 40 anni. Non ci voglio neanche pensare ad un problema sia nel nocciolo che alle piscine. E questo è lo scenario peggiore, poi voglio escludere che deliberatamente ci sia un attacco, sarebbe a danno anche dell’eventuale attaccante”
Il professore italiano a Notizie.com ed esperto di energia nucleare non riesce a capacitarsi che si possa vivere una situazione del gemere in mezzo all’Europa e nel terzo millennio: “Siamo in un teatro di guerra, ed è un’incognita che fa più paura di ogni cosa. Non è mai successo attacchi così intensi attorno a una centrale atomica, senza contare poi il possibile errore perché non si sa quanto siano precisi i missili ucraini o russi, visto che non c’è nemmeno il controllo sull’informazione. E in un caos del genere si potrebbe mettere in conto purtroppo pure un atto disperato tanto peggio o meglio di così, ma vorrei scartare dalla mia razionalità questa ipotesi“.
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Ma non sono solo i missili a mettere paura, ci potrebbe essere ben altro e il professor Armaroli lo spiega in modo piuttosto semplice e chiaro: “Gli scenari realistici di rischi immediato non sono solo le bombe o i missili, la cosa altrettanto importante è riuscire a mantenere gli impianti in maniera adeguata e bisogna che ci sia continuamente avvicendamento di personale preparato e specializzato h 24 e si tratta di un lavoro senza distrazioni, di suo è già un lavoro pieno di stress, figuriamoci in uno scenario di guerra. Non è proprio ottimale. C’è chi deve andare a fare il lavoro sotto il bombardamento, proviamo solo a immaginarci”
Per Armaroli i rischi, insomma, non mancano, non solo con le bombe ma anche all’interno dello stesso reattore: “Non è facile per il personale di Zaporizhzhia, anche perché stanno oi lavorando sotto controllo armato dell’invasore, i russi possono gestire l’impianto, è russo, ma non sembra che siano venuti lì con le loro squadre. La tensione è massima se non viene garantito l’approvvigionamento di acqua e energia il reattore può andare in surriscaldamento e quello può avvenire anche con un semplice atto di sabotaggio, dobbiamo sperare che tutto funzioni. In caso di incidente o effetto a catena sarà come Fukushima, dove, passato il terremoto, l’impianto non resse l’altezza onda scavalcò il recinto allagando i sistemi di sicurezza e senza il raffreddamento, il reattore scoppiò”
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“La situazione è tutta da scoprire – ha aggiunto Armaroli a Notizie.com – è evidente che vogliono controllare l’elettricità di un paese, più semplice controllare le centrali che mettere missili e bombe da tutte le parti. Zaporizhzhia è la più grande centrale d’Europa con 6 reattori da mille Megawatt ed è una delle più grandi cinque al mondo. L’Ucraina è il secondo produttore di energia nucleare dopo la Francia, quindi è un grande rischio, in più sono siti vecchi quasi tutti dovevano andare in disuso nel 2020 e hanno un costo esorbitante“. Si era parlato di centrali nucleari resistenti agli attacchi, ma Armaroli spegne ogni dubbio e speranza: “Non esistono centrali a prove di missile, sono tutte fandonie, non esistono per resistere ad attacco missilistico. In caso di fuoriuscita e catastrofe? Sarebbe grave con mille Megawatt a Chernobyl si è seminato il terrore in tutta Europa, lì ci sono ancora aree inaccessibili ed erano di meno….lasciamo stare per favore e speriamo non succeda nulla, altrimenti sarebbe la fine“