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ESCLUSIVA – I segreti dell’alimentazione sportiva con il nutrizionista Fabbri

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Marco Ercole

Il biologo e divulgatore scientifico ha spiegato in esclusiva a Notizie.com le evoluzioni nel mondo delle diete: “In Italia siamo indietro, ancorati al calcolo delle calorie e alle abitudini degli anni Novanta. Quello che conta sono gli ormoni”

Ha avuto un passato da atleta, oggi Iader Fabbri è un celebre biologo nutrizionista, nonché divulgatore scientifico con numerosi master nell’ambito dell’alimentazione e della salute. Tra i suoi clienti e testimonial figurano uomini e donne di successo, dell’imprenditoria e dello spettacolo, ma anche sportivi, come il cinque volte campione del mondo di MotoGP Jorge Lorenzo, campioni olimpici, le nazionali di ciclismo e molti calciatori di Serie A, tra cui i due laziali Francesco Acerbi e Sergej Milinkovic. Già autore di due libri bestseller editi da Mondadori, il 18 gennaio 2022 ha pubblicato la sua terza opera dal titolo “Ricette vegane e vegetariane per Onnivori”. In questa dà dei consigli per queste determinate tipologie di dieta, che in ogni caso devono seguire delle linee di principio al passo con i tempi, quelle che Fabbri utilizza con i suoi assistiti, come ha spiegato in esclusiva a Notizie.com: “Il mio metodo non prevede il conteggio calorico o matematico di carboidrati, grassi e proteine, ma un concetto ormonale che dà la possibilità di pilotare gli ormoni attraverso l’uso del piatto e dei macronutrienti utilizzati in fasi diverse e in momenti diversi nella propria giornata, senza dover per forza conteggiare il quantitativo e senza pesare il cibo. Questo ritengo che sia un grosso vantaggio per gli atleti, perché pesare il cibo è poco sostenibile nel lungo periodo“.

Il nutrizionista Iader Fabbri

il nutrizionista è poi entrato più nel dettaglio: “Certamente uno sportivo ha un’alimentazione prevalentemente a base di carboidrati. Quello che si deve capire però è che non sono solo pasta, pane, patate, pizza, gelati, dolci e così via, ma pure frutta e verdura. Basti pensare che tre mele ne hanno la stessa quantità di 70 grammi di pasta, ma con effetti ormonali diversi. L’altro nutriente essenziale sono sicuramente le proteine, di derivazione animale o vegetali. Un atleta ha bisogno di un fabbisogno proteico accentuato rispetto alla popolazione sedentaria. Il buon senso la fa da padrone e una rotazione settimanale penso sia la scelta corretta. Anche i grassi sono un macronutriente molto interessante, perché comunque apportano molta energia e poi hanno un impatto sull’insulina. Questo dà la possibilità di mantenere la glicemia stabile, condizione fondamentale per ottenere la massima performance“.

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L’utilizzo degli integratori

Un esempio di dieta di Iader Fabbri

Anche l’utilizzo della bilancia è visto in modo diverso da Iader Fabbri: “Io sono anomalo nel mio mestiere. Vengo anche considerato un po’ pazzo perché ho una visione diversa, abituata da tempo a stare sul campo con gli atleti e non in ambulatorio. Quindi li peso io una volta al mese quando li controllo. Hanno delle indicazioni da seguire a casa in relazione al calendario agonistico, anche in base ai carichi di lavoro che fanno. Vanno gestite tutte queste situazioni in modo adeguato. Un calciatore ad esempio può giocare anche ogni 72 ore, in quel caso l’alimentazione e l’idratazione diventano fondamentali”. In tal senso possono tornare utili anche gli integratori: “Io sono a favore dell’integrazione alimentare, soprattutto quando si parla di sport e di atleti. Diventa abbastanza indispensabile per supportare gli sforzi. Le proteine in polvere ad esempio sono un vero e proprio alimento, non sono propriamente degli integratori. Alcuni integratori invece sono di fondamentale importanza per tutti. In generale Omega 3, vitamina D, vitamina C sono determinanti“.

Questo invece il suo punto di vista riguardo le pratiche di bulking e cutting tipiche del body building: “Viene fatto solo da chi è frequentatore di palestre e chi ha l’interesse ad aumentare la propria massa. E non direi neanche muscolare, perché quando si fanno questo tipo di periodi trovo che questi sportivi aumentino di una massa a caso e molto spesso è grasso. Un atleta non fa questo tipo di cose. Alla fine della stagione l’unica cosa che fa è rilassare un attimo la mente, cambiare attività, farne alcune alternative. Nel momento di stacco della stagione agonistica molla un po’ di testa per ricaricare le energie fisiche e soprattutto mentali. Però non fa periodi di bulk e di aumenti di massa a caso. Certamente aumenta un po’ il grasso perché si concede qualcosa che magari durante la stagione agonistica non si può concedere, ma niente di che“.

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Italia in ritardo rispetto agli standard d’Europa

Alberto Bettiol, uno degli assistiti di Iader Fabbri (Ansa)

Insomma, tante idee che parlano di una nuova frontiera dell’alimentazione, quella che in Italia si fatica ancora un po’ troppo ad accettare: “Per alcuni colleghi e tecnici non è cambiato niente, vedo che molte persone contano ancora le calorie, prescrivono protocolli basati su queste e quando hanno a che fare con gli sportivi prevedono grandi carichi di carboidrati prima della competizione. Per loro probabilmente il mondo della nutrizione non è mutato. Avendo trascorso gli ultimi 22 anni in campo con gli atleti, così come in ambulatorio con la pratica clinica, ho visto proprio la trasformazione della scienza della nutrizione, che differisce moltissimo tra quello che è l’alimentazione e quello che è scientificamente provato. Le vecchie credenze sono state smontate dal punto di vista scientifico e ne sono state introdotte di nuove, più funzionali. In Italia siamo rimasti fermi e ancorati ad abitudini degli anni Novanta, invece gli anglosassoni (che all’epoca sapevano ben poco della scienza della nutrizione), purtroppo in alcuni campi ci hanno superato e oggi hanno anche da insegnarci. Oggi si sa molto bene che l’alimentazione si deve dividere da un punto di vista ormonale nelle fasi – durante, dopo o prima l’attività – e anche gli andamenti ormonali nel corso di queste sono totalmente diversi. Quindi si ragiona così, piuttosto che in calcoli matematici calorici in relazione al dispendio energetico della giornata“.

Un problema di arretratezza culturale che riguarda anche il movimento sportivo: “Purtroppo sì. Dipende sia dallo sport di cui parliamo, sia dalla tipologia di team. Io lavoro anche in club e nazionali. La mia fortuna è stata che ho sempre trovato persone sensibili all’argomento nutrizione e sono stato messo nelle condizioni di esprimermi al mio meglio. Però molte squadre ancora oggi non hanno il nutrizionista, alcune ce l’hanno ma non gli danno spazio per poter lavorare. Ci sono quindi molti club con ampi margini di miglioramento. Credo che la nutrizione oggi sia uno dei parametri fondamentali se si vuole avere un aumento della performance. È una delle strade percorribili. Ad esempio l’intestino molto spesso è un fattore limitante della performance e quindi lo si può allenare attraverso l’uso consapevole del cibo, abbinato anche all’allenamento fisico“.

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