“Quando stai per morire ti appare tutta la vita davanti”. Ma è proprio così? Uno studio scientifico svela la verità
Le immagini di guerra che ci arrivano dall’Ucraina sono un vero e proprio pugno nello stomaco: case devastate, cadaveri in mezzo alla strada, bombardamenti e strade distrutte. Immagini che sembrano quelle di un film d’azione, dove si mischiano finzione e terrore. Ma negli occhi di chi è costretto a vivere momenti di grande difficoltà, non c’è traccia di finzione.
Le immagini ci portano a contatto diretto con la paura e la morte. Ed è proprio intorno agli ultimi istanti di vita che ci si interroga spesso. Cosa accade in quei momenti? Cosa succede nel cuore e nella testa di chi sa di vivere gli ultimi secondi della propria esistenza? “Ti passa tutta la vita davanti”, si scrive nei libri e si recita nei film. Ma è proprio così? La letteratura ci porta a pensare che, nei secondi antecedenti alla morte, si riesca a fare un’analisi dettagliata della propria vita. Una sorta di esame di coscienza che ci permette di capire cosa sia andato per il verso giusto e cosa è stato sbagliato.
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La scienza sembra confermare questa ipotesi ed è riuscita a testimoniarlo in un modo fortuito, grazie ad una registrazione del cervello di un uomo canadese, effettuata pochi secondi prima della sua dipartita. L’uomo, di 87 anni, era ricoverato per epilessia e collegato ad un elettroencefalogramma, quando improvvisamente ha avuto un infarto ed è morto. Come ha sottolineato il tabloid inglese The Guardian, l’uomo era arrivato al pronto soccorso dopo una caduta che aveva provocato un’emorragia cerebrale, poi peggiorata. Nel sottoporlo all’elettroencefalogramma, i dottori si sono accorti che era insorta l’epilessia. E poi, sempre durante l’EEG, il paziente aveva avuto un infarto ed è morto. Un team internazionale di neuroscienziati ha avuto modo di studiare la registrazione dei momenti antecedenti e immediatamente successivi alla morte, trovando risposte incredibili.
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Lo studio dei trenta secondi precedenti e dei trenta successivi, ha portato ad una scoperta straordinaria: un’evoluzione continua delle onde cerebrali (alfa e gamma) registrata pochi istanti prima della morte e che sono continuate anche dopo che il flusso sanguigno al cervello si era interrotto. Cosa vuol dire in termini pratici? Secondo la rivista Science “il nostro cervello rimane attivo e coordinato durante e anche dopo il momento della morte ed è programmato per dirigere il trapasso”. Sempre la rivista scientifica spiega che “le oscillazioni del cervello (meglio note come ‘onde cerebrali’) sono andamenti ritmici dell’attività cerebrali, presenti normalmente in una persona vivente. I diversi tipi di oscillazioni, incluse le onde gamma, sono coinvolti in funzioni cognitive sofisticate, come la concentrazione, il sogno, la meditazione, il recupero della memoria, il processo delle informazioni, e le percezioni consapevoli, proprio come quelle associate ai flashback della memoria“.
Nel cervello dell’uomo canadese c’è stata quindi un’intensa ricerca di flussi di memoria nei secondi antecedenti la morte. Come una ricerca delle immagini più belle della propria vita. Un flashback di emozioni continue. Secondo il Guardian, che ha studiato il caso, “in punto di morte si generano oscillazioni coinvolte nel recupero della memoria, il cervello potrebbe innescare un ricordo degli eventi importanti della vita proprio poco prima di morire, simili a quelli raccontati da pazienti che hanno avuto esperienze di pre-morte. Questi risultati stimolano la nostra indagine su dove esattamente finisca la vita e genera importanti domande correlata, ad esempio quelle legate alla donazione degli organi”.