Tra gli effetti collaterali del conflitto avviato dalla Russia c’è un disastro legato alla salute e al futuro di oltre 500mila bambini che stanno subendo in modo diretto l’impatto di ciò che sta accadendo: il grido d’allarme lanciato da Unicef e Save the Children
A partire dal 24 febbraio, dallo scoppio della guerra in Ucraina, sono stati uccisi già 17 bambini e altri 30 sono rimasti feriti. E questi sono i soli numeri accertati dalle Nazioni Unite, di sicuro molto inferiori a quelli reali e impossibili da verificare allo stato attuale. In generale quelli che sono dovuti scappare dalla Nazione hanno già raggiunto quota 500mila e anche in questo caso il dato è destinato a crescere ulteriormente giorno dopo giorno.
Unicef si sta spendendo moltissimo sotto questo punto di vista dall’inizio della guerra, spiegando che questa rappresenti “una minaccia immediata e crescente per la vita e il benessere dei 7,5 milioni di bambini del Paese“: “L’uso di armi esplosive nelle città potrebbe trasformare rapidamente questa crisi in una catastrofe per i bambini ucraini. Non ci sono operazioni armate di questa portata che non comportino danni nei loro confronti. Le conseguenze saranno tragiche“, ha sottolineato Afshan Khan, Direttore regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale.
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La tragedia dei bambini
La situazione è realmente drammatica, anche perché va a toccare un tema che già da anni sta creando enormi disagi ai bambini ucraini. Come spiegato da un report di Save the Children, a partire dal 2014 (quando è iniziato il conflitto armato nell’Ucraina orientale), più di 750 strutture dedicate all’educazione dei più piccoli sono state danneggiate, con conseguenti interruzioni dell’istruzione. Alcune di queste, poi, sono anche state utilizzate per scopi militari ed è per questo motivo che adesso sono considerate dalla Russia dei potenziali (e concreti) obiettivi da colpire. L’esercito russo d’altronde non si è fatto scrupoli nel colpire le scuole, gli orfanotrofi o i centri sanitari, tutte strutture che sono state oggetto di bombardamenti o che in generale hanno subito dei danni gravissimi.
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Gli enormi rischi connessi
I rischi per la sopravvivenza dei più piccoli aumentano inevitabilmente quando scoppia un conflitto, esponendoli a bombardamenti, possibili contatti con residuati bellici esplosivi, ma anche forme di violenza (fisica, emotiva e sessuale), compreso il disastro legato alla vendita di organi. E tutto questo senza considerare il disagio psicologico che colpirà tutti loro, sia per quello che sta accadendo, sia per il trauma legato alla separazione familiare, alla fuga dal Paese e ai continui bombardamenti. Tutte situazioni dal fortissimo stress e in grado di condizionare la loro crescita, con rischi che possa portare in età adulta a comportamenti aggressivi o all’isolamento. Una tragedia sociale, un dramma enorme e con effetti sul breve, medio e lungo periodo. Situazioni che nessun bambino dovrebbe mai essere costretto a vivere.
