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Cronaca

Russia, Putin e il bluff con i leader mondiali: “Non attacchiamo civili”

Published by
Marco Ercole

Sia in tema di nucleare che di corridoi umanitari il Cremlino respinge le accuse che gli vengono rivolte e le scarica sull’Ucraina: “Noi non stiamo cercando incidenti, la colpa è dei nazionalisti e nazifascisti locali”

La versione verso l’esterno è sempre la stessa da parte di Putin: la Russia a suo giudizio non sta facendo niente di male. In fondo da parte sua non viene nemmeno utilizzato il termine “guerra” per definire ciò che sta accadendo in Ucraina, che invece è ritenuta “un’operazione speciale per proteggere il Donbass“.

Il leader russo Vladimir Putin (Ansa)

Così, anche di fronte agli amabili colloqui diplomatici con gli altri leader mondiali, il leader russo mantiene sempre il solito aplomb conciliante e pacifico, senza però prendere in considerazione una sola parola non conforme alla sua idea e scaricando tutte le colpe sull’Ucraina. Un atteggiamento mantenuto anche negli ultimi giorni, in particolare sul tema delle centrali nucleari messe a rischio e dei corridoi umanitari violati, tutte situazioni che dal Cremlino vengono giudicate come “frutto di una cinica campagna di propaganda“.

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Il bluff di Putin

Proseguono le relazioni diplomatiche della Russia (Ansa)

Questo è quanto ribadito anche nel nuovo contatto telefonico con il francese Macron, cui è stata spiegata la versione russa su quanto accaduto a Chernobyl: “In collaborazione con l’unità di sicurezza e il personale ucraino, le nostre truppe continuano a garantire il normale funzionamento della centrale, al fine di escludere la possibilità di provocazioni cariche di conseguenze catastrofiche da parte di neonazisti e terroristi ucraini“. E a suo giudizio sono sempre loro i responsabili per quanto riguarda le terribili immagini dei civili uccisi mentre tentavano di scappare da Kiev: “L’Ucraina non rispetta ancora gli accordi su una questione umanitaria così acuta e i loro nazionalisti non hanno permesso l’evacuazione“. C’è da dire anche che tra le tante telefonate ricevute dai leader mondiali, l’ultima è stata quella del premier turco Recep Tayyip Erdogan, che a differenza di tutti gli altri (totalmente ignorati da Putin) ha provocato grande soddisfazione nell’omologo a Mosca per la sua valutazione critica “della rabbiosa campagna di discriminazione della cultura russa e dei suoi rappresentanti in alcuni stati occidentali“.

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