Ucraina, Australia chiede a Cina di dimostrare suo impegno per pace

Il premier australiano Scott Morrison si è rivolto direttamente a Pechino: “Da parte loro solamente un silenzio raggelante sul tema della guerra. Ora è arrivato il momento di agire per la salvaguardia degli equilibri mondiali”

Quando si predica bene, si deve anche razzolare altrettanto bene. Questo, in estrema sintesi, quanto fatto notare dall’Australia alla Cina nell’ambito del conflitto scoppiato tra Russia e Ucraina, ma soprattutto in riferimento ai continui messaggi di pace e unità inviati da Pechino pure nel corso delle recenti Olimpiadi. Così il primo ministro australiano Scott Morrison si è rivolto direttamente alla potenzia asiatica: “La Cina deve agire sulla base delle sue dichiarazioni di promozione della pace mondiale e unirsi agli sforzi per fermare l’invasione russa dell’Ucraina. Il mondo rischia di essere rimodellato da un arco di autocrazia“.

Scott Morrison
Il premier australiano Scott Morrison (Ansa)

Il premier australiano ha anche analizzato l’invasione della Russia, sottolineando che probabilmente non stesse andando secondo il piano originale del suo leader, Vladimir Putin, e che a suo giudizio lui aveva “sopravvalutato la propria capacità di condurre questa guerra illegale“. Poi, appunto, si è rivolto alla Cina: “Ha a lungo affermato di avere un ruolo come una delle maggiori potenze del mondo e di contribuire alla pace e alla stabilità globali. Nessun Paese avrà un impatto maggiore della Cina sulla conclusione di questa terribile guerra in Ucraina“.

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Australia, la richiesta alla Cina

Scott Morrison
Scott Morrison chiede alla Cina di schierarsi contro la Russia (Ansa)

Non è la prima volta che Scott Morrison si scontra con il suo principale partner di esportazione, dicendosi costernato dalla reticenza della Cina nell’esporsi contro la Russia: “Stavo aspettando di sentire la voce del governo cinese quando c’era da condannare le azioni della Russia e ho trovato solo un silenzio agghiacciante“. Fino a questo momento in effetti la Cina ha rifiutato di definire l’attacco russo all’Ucraina una “invasione”, al contrario ha chiesto ai Paesi occidentali di rispettare le “legittime preoccupazioni per la sicurezza della Russia“, promuovendo “una soluzione della crisi attraverso i negoziati“. Così, mentre la maggior parte dei Paesi ha interrotto il commercio con Mosca (con società di pagamento come Visa e Mastercard che hanno sospeso le operazioni lì), nel frattempo la Cina ha allentato le tariffe del grano con Putin e potrebbe anche fornire il suo sistema UnionPay: “Questo – ha continuato Morrison – per me stona completamente con quello che è il più ampio interesse internazionale. Un nuovo arco di autocrazia si sta istintivamente allineando per sfidare e ripristinare l’ordine mondiale a propria immagine“.

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