La targa che ricorda la studentessa è stata inaugurata dal Comune di Genova il 10 febbraio scorso
“Foibe”. Poi, due punti esclamativi e, accanto, degli scarabocchi. E’ questa la scritta con cui è stata vandalizzata la targa in memoria di Norma Cossetto, a Genova. Cossetto, gettata in una foiba a Villa Surani dai partigiani jugoslavi nel 1943, all’età di 23 anni, è un simbolo della tragedia delle Foibe, spesso sottovalutata.
La targa che ricorda la studentessa è stata inaugurata dal Comune di Genova il 10 febbraio scorso in occasione del Giorno del Ricordo, dedicato ai martiri delle foibe. Purtroppo, un atto vandalico si era già verificato il 19 febbraio.
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Il gesto è stato fortemente condannato dal Gruppo della Lega, in Consiglio comunale. “Vandalizzata ancora una volta la targa dedicata alla memoria di Norma Cossetto, studentessa abusata e trucidata nelle foibe solo perchè italiana. Un atto antidemocratico in un momento in cui l’Ucraina ci ricorda cosa sia la barbarie della guerra e che le donne sono sempre le prime a pagare un prezzo pesantissimo. La sinistra ormai non ci stupisce più col suo finto buonismo di facciata. Il candidato sindaco Dello Strologo che fa, condanna o asseconda l’ennesimo atto di negazionismo storico da parte di certa sinistra che interpreta la democrazia solo a senso unico?”. Sulla vicenda indaga la Digos.
La famiglia Cossetto viveva nella frazione di Santa Domenica di Visinada, in Croazia. Il padre era segretario politico del Fascio locale, poi ufficiale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Norma, dopo il diploma, si iscrisse al corso di lettere e filosofia dell’Università di Padova, aderendo ai Gruppi Universitari Fascisti della più vicina Pola. I guai cominciarono nel 1943, quando la famiglia iniziò a ricevere minacce di vario genere e la studentessa fu invitata ad entrare nel movimento partigiano, proposta poi rifiutata. Norma Cossetto fu quindi arrestata, vittima di stupri e sevizie. Nella notte tra il 4 e 5 ottobre, fu gettata in una foiba nelle vicinanze. Il suo corpo fu estratto tempo dopo da una foiba profonda 136 metri.