Stando ad un sondaggio di SWG per Parole O_Stili, la maggior parte degli italiani ha condiviso le scelte dei big tech del mercato
La Russia è praticamente fuori dal mondo. Il Paese si disconnetterà dall’Internet Globale, a partire dall’11 marzo. Nei fatti, però, la Russia è già fuori da molti servizi, online e non, ai cui cittadini russi viene impedito l’accesso.
Tantissimi sono i brand che hanno deciso di escludere i loro servizi alla Russia dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina. Anche “Netflix” ha deciso di interrompere i suoi servizi nel paese chiedendo la pace ed un cessate il fuoco immediato. Stessa strada seguita da Visa, Mastercard, American Express e Danone, così come il big Spotify ed il social network TikTok che hanno deciso di interrompere i loro servizi in segno di protesta. Gli abbonamenti sono sospesi in Russia fino a quando la guerra in Ucraina non si fermerà.
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Scelte apprezzate dagli italiani. Infatti, il 72% i degli italiani ritiene che i privati Elon Musk, Anonymous, Pornhub, e altri che sono intervenuti nel conflitto con azioni concrete abbiano dato una maggiore forza all’intervento dei governi e delle istituzioni internazionali. Per il 69% è sembrato un particolare segno di attenzione e di riconoscenza verso i popoli oppressi. A dirlo un sondaggio di SWG per Parole O_Stili, a fine aprile in presenza al Festival della comunicazione non ostile. Quasi il 50% degli intervistati crede che questa sia una guerra nuova nella comunicazione da parte dei media, così come l’elemento della novità (29%) si ritrova anche nelle reazioni che ha generato nell’opinione pubblica.
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Diverse le opinioni dei votanti della Lega: nel 73% dei casi ritengono le azioni dei privati un alimentare ancora di più l’isolamento dei russi. Simile l’opinione degli elettori di Fratelli d’Italia, che le giudica pericolose (+60%). Grande consenso per Elon Musk (+60%) e per Anonymous (+59%), così come Pornhub (+55%). Parere positivo anche per le aziende di fruizione contenuti come Netflix, Disney, Sony e Warner Bros. Un intervistato su 5 ha espresso dissenso, invece, sia sulle posizioni del Comitato Olimpico Internazionale, della FIFA e della UEFA. Invece, la scelta di Roman Abramovich è stata considerata una scelta di comodo dal 40% degli intervistati.