Nel suo editoriale Alessandro Sallusti ricostruisce le spaccature dell’Europa, divisa e con fragilità emerse dopo l’affondo della Russia in Ucraina.
“Purtroppo”. Con questa parola Alessandro Sallusti, in un breve ma incisivo editoriale, racconta le fragilità di una Europa che si è svegliata con i carri armati russi pronti a gettare nella disperazione la popolazione ucraina.
Una sola parola. Nella quale sono racchiuse le contraddizioni, le spaccature, gli errori effettuati prima, forse troppo a lungo, senza imparare dal passato. “Purtroppo” scrive il direttore di Libero, e rivolge il suo pensiero ad un “insieme disomogeneo di interessi spesso in contrapposizione”. Spiega il perché Sallusti, e lo fa in maniera diretta, inoppugnabile.
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A partire dalle sanzioni, che non hanno preso in considerazione l’obiettivo forse più sensibile per colpire la Russia nell’economia. “Sono passati ottanta anni dalla Seconda Guerra Mondiale – scrive – e continuiamo a non parlare la stessa lingua. Ci hanno fatto uniformare sulla lunghezza delle banane su come scrivere gli auguri di Natale senza offendere nessuno e pensavano di aver fatto bingo. Poi ci siamo svegliati con i carri armati al confine – sottolinea – senza gas né petrolio, e ovviamente non si sa che fare se non finanziare Putin”. Il riferimento è chiaramente alle sanzioni che non hanno coinvolto la distribuzione del gas, vitale per l’economia russa ma anche per l’Europa, che non ha in questi anni e neanche in una settimana di crisi, trovato alternative valide.
Il “Purtroppo” di Sallusti fa emergere le criticità dell’Europa
La lucida analisi del direttore d Libero prosegue. Poche parole, che alzano però il sipario sugli errori effettuati in anni di unione fra i paesi Europei, divisi però dalle posizioni economiche e dagli interessi. “La Germania ha annunciato che di sospendere il gas russo non se ne parla – scrive Sallusti -, sarebbe l’unica cosa che farebbe davvero male a Putin, e invece continueremo a finanziare l’Armata Rossa e le sue atrocità”.
Poi una serie di contraddizioni troppo palesi per non essere sottolineate con la matita rossa. Dagli interessi delle nazioni più ricche alla virata di Orban, che in Ungheria invece non darà il permesso di far transitare gli aiuti militari che l’Europa ha deciso di inviare in Ucraina per sostenere l’esercito e i residenti.
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In chiusura arriva l’affondo netto. “La Seconda Guerra Mondiale – scrive Sallusti – l’Europa l’ha costruita per ignavia a tavolino, spalancando le porte a Hitler. Se fosse stato per lei saremmo tutti ancora sotto il Terzo Reich. C’è voluto l’intervento dell’America e degli inglesi oggi Brexit – afferma elencando i numeri dei morti in guerra – per sradicare il cancro nazista e mettere le cose a posto. Vuoi vedere che ancora una volta a tirarci fuori dai pasticci ci penserà l’America e noi ovviamente saremo ancora lì a dire: Ma quanto arroganti e imperialisti sono ‘sti americani!”