Ricordate il Cervia ed il programma ‘Campioni, il Sogno’ su Italia Uno? Parla l’attaccante della Serie A che ha effettuato i provini ma è stato scartato dall’allora allenatore, Ciccio Graziani
Impossibile non ricordarsi i pomeriggi passanti davanti al televisore a guardare il primo reality show dedicato al calcio come ‘Campioni, il Sogno‘. Durato due anni non è andato più avanti per lo scarso share ottenuto, specialmente nell’ultimo periodo datato 2005. Soprattutto la domenica mattina (la maggior parte delle volte) quando disputavano le partite di campionato. Squadra allenata dall’ex campione del mondo Francesco ‘Ciccio’ Graziani. Ogni estate tantissimi calciatori si radunavano per poter sperare di entrare a far parte della squadra romagnola.
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Pochi ce l’hanno fatta, pochissimi invece quelli che sono riusciti a realizzare il loro sogno. Al termine della stagione i tre fortunati calciatori avrebbero effettuato, per un mese, il ritiro estivo con le maglie di: Juventus, Inter e Milan. Tra i calciatori che sono stati scartati perché non ritenuti idonei, però, figura un calciatore che adesso milita in Serie A e che ci ha tenuto a raccontare questo piccolo aneddoto che nessuno fino ad ora conosceva.
Cervia, il racconto di Ciccio Caputo: “Scartato da Graziani“
Come avete ben potuto notare dalla foto stiamo parlando di un altro ‘Ciccio’, ovvero Francesco Caputo, attaccante della Sampdoria. In una intervista rilasciata a ‘Cronache di spogliatoio‘ ha raccontato di aver tentato la strada del calcio e quella di poter diventare famoso nel reality. Tutto questo, però, non accadde.
Queste sono alcune delle sue parole: “Ho fatto un provino ma non mi hanno mai più richiamato. Il mio amico Nicola mi ha iscritto al provino, andai a Cava de’ Tirreni ad effettuare l’allenamento. Non ero favorevole visto che preferivo restare in Puglia, in Eccellenza, ad Altamura. Le porte in faccia iniziavano a diventare tante e pesanti.
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Ricordo che in tribuna c’erano 200 ragazzi. In campo c’erano ostacoli ovunque. Ti chiedevano di fare palleggi, tiri in porta. Sembrava un circo. Graziani? Urlava solamente. Arrivato il mio turno mi fecero fare slalom, palleggi e tiro in porta. Stop. Una volta finito mi dissero che se fossi andato bene mi avrebbero richiamato. Non si fecero più vivi. Ora che ci penso e mi guardo indietro mi viene da sorridere perché le ho provate davvero tutte“.