Il Governo ha deciso di accelerare sull’adozione del Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari
“Riparo al chiuso” e “iodoprofilassi”: sono queste le prime misure che il nostro Paese prenderebbe in caso di incidente severo a una centrale nucleare al fine di “ridurre l’esposizione a radiazioni ionizzanti”. La bozza del nuovo Piano nazionale per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari verrà discussa durante una riunione tecnica attesa per domani, giovedì pomeriggio, alla presenza tra gli altri dei rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani, Protezione civile, ministero dell’Interno, Vigili del fuoco, Istituto superiore di sanità e Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione.
Il piano, previsto dal decreto legislativo 101/2020, è datato 27 gennaio 2022 quindi antecedente alla crisi Ucraina. Come informa Quotidiano Sanità, individua e disciplina le misure necessarie a fronteggiare le conseguenze di incidenti in impianti nucleari di potenza ubicati oltre frontiera, “ossia impianti prossimi al confine nazionale, in Europa e in paesi extraeuropei, tali da richiedere azioni d’intervento a livello nazionale e che non rientrino tra i presupposti per l’attivazione delle misure di Difesa Civile, di competenza del Ministero dell’Interno”.
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Le misure di tutela della salute pubblica considerate dal Piano sono: misure protettive dirette ( riparo al chiuso e iodoprofilassi, attuate nella prima fase dell’emergenza nelle prime ore dal verificarsi dell’evento); misure protettive indirette (restrizioni alla produzione, commercializzazione e consumo di alimenti di origine vegetale e animale, misure a protezione del patrimonio agricolo e zootecnico, e monitoraggio della radioattività nell’ambientale e delle derrate alimentari). Il piano prevede poi l’assistenza a cittadini italiani che si trovino in un Paese estero interessato da una emergenza radiologica e nucleare; misure relative all’importazione di derrate alimentari e altri prodotti contaminati; monitoraggio della contaminazione personale dei cittadini italiani di rientro dal Paese incidentato; gestione dell’informazione alla popolazione.
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3 scenari
Il Piano considera tre scenari legati a un incidente all’estero. Il primo considera un incidente a un impianto posto entro 200 chilometri dai confini nazionali “tale da comportare l’attuazione di misure protettive dirette e indirette della popolazione, e di altre misure, quali la gestione di cittadini italiani che si trovano nel Paese incidentato o che rientrano da esso, e la gestione delle importazioni di derrate alimentari e altri prodotti contaminati”. Il secondo scenario considera un incidente a un impianto in Europa posto oltre 200 chilometri dai confini nazionali “tale da comportare l’attuazione di misure protettive indirette della popolazione, e di altre misure quali la gestione di cittadini italiani che si trovano nel Paese incidentato o che rientrano da esso, e la gestione delle importazioni di derrate alimentari e altri prodotti contaminati”.
Il terzo scenario considera un incidente a un impianto “posto in qualsiasi altra parte del mondo tale da comportare l’attuazione di misure di risposta quali la gestione di cittadini italiani che si trovano nel Paese incidentato o che rientrano da esso, e di misure per la gestione delle importazioni di derrate alimentari e altri prodotti contaminati”.