L’Unione Europea e la Nato stanno colpendo la Russia con forti sanzioni. Ma tutto questo rischia di trasformarsi in un vantaggio per Putin
Le sanzioni imposte da tutto il mondo alla Russia, studiate per colpire Mosca dal punto di vista economico e spingere Putin a fermare l’azione militare contro l’Ucraina, rischiano di trasformarsi in un clamoroso autogol dal punto di vista strategico per l’Occidente e una grande possibilità di rilancio economico per tutto il Paese. L’intervento dell’Unione Europea e degli Stati Uniti ha scatenato l’immediata reazione di Putin e del Governo, pronto a sfruttare la situazione e provare a trarne un vantaggio.
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Le sanzioni inflitte hanno spinto il governo centrale a nazionalizzare tutte le più importanti catene industriali. Anche alla luce di alcune scelte obbligate. Come quelle delle multinazionali più grandi, che hanno deciso di lasciare il Paese. McDonald’s, Starbucks, Coca-Cola e PepsiCo, hanno chiuso le serrande delle loro attività e dopo due settimane dall’inizio del conflitto in Ucraina, hanno annunciato la sospensione dei loro negozi. “Continueremo a monitorare la situazione e valutare se ulteriori misure sono necessarie. In questo momento è impossibile prevedere quando potremo riaprire“, ha confermato l’amministratore delegato di McDonald’s Chris Kempczincki, annunciando la chiusura di tutti gli 850 punti vendita in Russia. “I nostri valori ci spingono a non ignorare la sofferenza umana inutile”, confermando che il gruppo continuerà comunque a pagare i suoi 62.000 dipendenti nel paese.
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Nazionalizzare alcuni di questi gruppi industriali potrebbe permettere a Putin di realizzare un colpo economico inaspettato, patrimonializzando tutto e permettendo alla Russia di diventare ancora più forte e staccandosi ulteriormente dall’Occidente. Creare una catena russa che sostituisca McDonald’s e diventi leader in tutta la nazione, sarebbe un colpo straordinario. Basti pensare che In Russia e in Ucraina il colosso degli hamburger porta a casa circa il 10% dei suoi ricavi mondiali. Putin vuole nazionalizzare le più importanti imprese estere, tagliando i ponti con l’occidente. Dopo aver eliminato i social network, aver costretto i siti internet internazionali a lasciare la Russia (imponendo leggi sull’informazione che hanno spinto i più importanti quotidiani esteri a richiamare i propri cronisti ed evitargli possibili accuse), ora potrebbe completare questo progetto. Con buona pace dell’Occidente.