ESCLUSIVA – Luigi Samele: “Il viaggio in Ucraina per salvare Olga “

A Notizie.com, il campione olimpico Luigi Samele racconta il suo viaggio per riportare a casa Olga Kharlan, compagna di vita e di sport

Campione in campo, campione nella vita. Luigi Samele, classe 1987, non ci ha pensato due volte prima di mettersi in moto per riportare a casa la sua fidanzata Olga Kharlan, fuoriclasse ucraina della sciabola. Partita da Bologna alla volta di Kiev per incontrare i genitori e la famiglia, la 31enne è riuscita non con pochi sforzi a lasciare la capitale ucraina – messa a ferro e fuoco dai bombardamenti russi – e a raggiungere Budapest, insieme alla sorella Tanya e al nipotino di appena un anno.

Lì, nella capitale ungherese, ad attenderla c’era Luigi, arrivato dopo un viaggio durato 16 ore. Samele, dopo aver recuperato la ragazza, sua sorella e il piccolo ha postato una foto sul suo profilo Instagram. Nessun commento, ma una serie di hashtag contro la guerra: #stopwar #stopwarinukraine #stoprussianaggression #standwithukraine. Non immaginava certo, Luigi, che il suo gesto si sarebbe marcato di gloria. “Non immaginavo di suscitare tutto questo scalpore. Ho messo una foto su Instagram ed è successo il caos. Ma penso sia un bene, in fondo: più se ne parla, più si sensibilizzano le persone. E’ per una giusta causa”, ci racconta il campione intercettato dai nostri microfoni.

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“Ho fatto una cosa che, secondo me, avrebbe fatto chiunque nella mia situazione: è una cosa bella aiutare il prossimo e i propri cari. Sfido chiunque, al posto mio, a rimanere seduto a casa e guardare Instagram o Facebook senza far niente. Credo che i veri eroi sono altri. Adesso sto dando ospitalità alla sorella di Olga e al bambino di un anno. Ho dovuto riorganizzare la vita e la casa per farli stare nel miglior modo possibile”, racconta Luigi. Tante le sensazioni provate dal ragazzo che, in Italia, sentiva notizie allarmanti su quanto accadeva nelle aree di conflitto: “Ho provato un po’ di paura, non per me, ma per loro che erano lì. Sentivo tutte notizie poco piacevoli. Con il passare delle ore, si parlava di molti civili uccisi, dell’esercito russo che sparava quasi ‘bendato’. Si parlava di proiettili volanti, che potevano andare ovunque: la paura è lecita. Moralmente non stavo alla grande, ma ho mantenuto la calma e la freddezza ed ho organizzato tutto nel più breve tempo possibile… e ci siamo riusciti”. 

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“Il padre di Olga è rimasto in Ucraina”

Rimane la preoccupazione per il padre di Olga, 59enne, che non può – e non vuole – lasciare il Paese. Anche sua moglie e madre della giovane ha deciso di restare con lui in Ucraina. Stessa sorte toccata anche ai nonni, rimasti a Mykolayiv, città ad un centinaio di chilometri da Odessa. “Quando Olga mi ha rivisto? C’era felicità ma anche il dispiacere di aver lasciato lì la famiglia, senza sapere quando si sarebbero rivisti. Il papà di Olga mi ha detto che sarebbe rimasto lì comunque, anche se avesse avuto più dell’età che ha. Sono rimasto sbalordito dal patriottismo e dal coraggio, che io forse non avrei. Il popolo ucraino sta dando una grande dimostrazione di forza”, prosegue Luigi.

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Per me, chiaramente, è stato molto emozionante rivederli. Ero in apprensione anche per il più piccolo. Sapere che un bimbo è sotto terra e sente fuori i bombardamenti, anche se ha un anno, è orribile: sono cose che non dovrebbero accadere mai”, prosegue il campione. Quanto alle scelte del mondo dello sport prese in seguito allo scoppio del conflitto e volto ad estromettere dalle competizioni i russi, Samele ci dice: “Credo sia giusto, anche se non direttamente nei confronti degli atleti: loro sono vittime di una situazione che non hanno voluto; altri hanno manifestato in silenzio; altri ancora si sono detti a favore, in base ad eventi successi in passato. Ma nessun ‘bisticcio’ dovrebbe innescare una guerra: la conseguenza è una reazione a catena”, prosegue il campione.

Anche lo sport viene toccato da quanto sta accadendo in Ucraina: “Purtroppo qui non parliamo solo di politica, lo sport c’entra: noi siamo stati toccati personalmente. Io di striscio, la mia ragazza in prima persona. Sono morti degli atleti. Per cui, tutto ciò che può servire a fare pressione ad un governo, che in questo momento ne attacca un altro, va bene: sono strumenti che devono essere utilizzati”. L’atleta azzurro, che alle Olimpiadi ha conquistato il bronzo a squadre a Londra 2012 e due argenti, individuale e in team, a Tokyo 2020, condivide con Olga lo spirito dello sport, che li unisce nella vita anche nei momenti difficili: “Lo sport ci ha fatto sempre bene, veniamo dallo stesso mondo e questo ha aiutato a capirci. Da lei, che è una campionessa, ho imparato tante cose: lo sport è la nostra strada maestra”. 

 

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